Guardia medica di Schiavonea chiusa durante le feste: cittadini senza assistenza
Secondo Madeo, dal 22 dicembre il servizio non è garantito, e l’apertura è prevista solo dal 2 gennaio, “se tutto va bene”
Anche durante le festività natalizie, la continuità assistenziale a Corigliano-Rossano resta un nodo irrisolto. La guardia medica di Schiavonea è infatti chiusa da giorni, lasciando i cittadini privi di un servizio fondamentale.
A denunciare la situazione è la consigliera regionale del Pd, Rosellina Madeo, che sottolinea come “la continuità assistenziale, tanto decantata dal presidente Occhiuto, questo Natale sia andata in vacanza”.
Dieci giorni senza servizio
Secondo Madeo, dal 22 dicembre il servizio non è garantito, e l’apertura è prevista solo dal 2 gennaio, “se tutto va bene”. Dieci giorni in cui gli abitanti del territorio si trovano privi di assistenza primaria, costretti in molti casi a recarsi in ospedale, trovando situazioni di collasso e lunghe code.
“La continuità assistenziale resta un nervo scoperto – afferma la consigliera – che nei periodi di festa rivela tutte le sue criticità. Gli studi dei medici di base sono chiusi, sebbene molti continuino a garantire assistenza ai propri pazienti. Gli ambulatori territoriali, quando non riescono a erogare il servizio, spostano tutto sul pronto soccorso, generando il cortocircuito che tutti conosciamo”.
Il problema delle feste rimane invariato
Madeo evidenzia come la situazione si ripeta ad ogni festività, da Natale a Capodanno fino a Ferragosto: “Il territorio rimane senza assistenza. Quando il presidente Occhiuto parlava di un’assistenza sanitaria capillare e costante in tutta la regione, cosa intendeva esattamente?”.
Appello alla concretezza
Secondo la consigliera, la guardia medica di Schiavonea resterà chiusa anche il 31 dicembre e il primo gennaio. “Iniziare l’anno nuovo con problemi vecchi non è certo di buon augurio – conclude Madeo – e non basta dichiarare la carenza di personale per sentirsi a posto con le proprie responsabilità. I calabresi hanno bisogno di concretezza, non di slogan o post sui social. I servizi primari devono tornare al centro dell’attenzione”.