Antonio Graziadio e Chiara Garofalo
Antonio Graziadio e Chiara Garofalo

La strada statale 106 “Jonica”, che attraversa la Calabria seguendo la costa ionica, è da anni tra le arterie più pericolose d’Italia, soprattutto nelle tratte non ancora adeguate a doppia carreggiata, dove restano lunghe sezioni a senso unico per ciascun lato. La SS 106 viene spesso definita strada della morte per l’altissimo numero di incidenti, feriti e vittime che registra da tempo. Nel solo tratto calabrese si contano migliaia di sinistri e centinaia di vittime dall’avvio dei sistemi di monitoraggio dell’incidentalità nazionale.

Un nuovo incidente mortale nel Cosentino

Negli ultimi giorni si è consumata l’ennesima tragedia. Verso le 3:30 del mattino del 30 novembre 2025, due giovani di circa 20 anni, Chiara Garofalo e Antonio Graziadio, sono morti in un violentissimo scontro frontale tra una Fiat Panda e un’Alfa Romeo Mito sulla SS 106 nel Cosentino, all’altezza dell’incrocio di Stombi, mentre altri quattro occupanti delle due vetture sono rimasti feriti, alcuni in modo grave.

Numeri drammatici e allarme delle comunità locali

Incidenti come questo non sono casi isolati, ma rappresentano una tendenza purtroppo consolidata lungo la Jonica. Secondo le associazioni di vittime e i dati raccolti negli anni, la SS 106 ha visto negli ultimi decenni migliaia di incidenti, decine di migliaia di feriti e centinaia di morti solo in Calabria. Le comunità colpite ripetono da tempo l’appello alle istituzioni per interventi strutturali concreti, mentre ogni nuova tragedia porta con sé un pesante bilancio di lutto e di domande senza risposta.

L’impatto sulla società e le richieste di sicurezza

Oltre alla dimensione dei singoli eventi, l’incidentalità sulla SS 106 ha effetti diffusi sui territori. Tratti critici lungo la costa ionica, attraversati da traffico locale, turistico e commerciale, vengono spesso segnalati come punti ad alto rischio: con traffico di auto, mezzi pesanti e frequenti sorpassi pericolosi, la combinazione di strada non adeguata e guida a velocità elevata aumenta il rischio di incidenti gravi. La pressione delle organizzazioni di vittime e dei residenti locali si concentra soprattutto sull’urgenza di ammodernamento, messa in sicurezza e adeguamento ai moderni standard stradali per prevenire altre tragedie.

Una ferita aperta per il futuro

Il ripetersi di incidenti mortali come quello di fine novembre riporta al centro del dibattito pubblico la questione della sicurezza stradale in Calabria. Ogni nuova vittima, in particolare se giovane come nel caso di Chiara e Antonio, accentua la percezione di un problema strutturale e non più rinviabile. Comunità, associazioni e famiglie delle vittime continuano a chiedere risposte e interventi concreti, affinché la SS 106 non resti, come purtroppo negli ultimi anni, un luogo di lutto e di dolore per tante famiglie calabresi.