Lo Bianco–Barba: il clan di Vibo Valentia tra vertici mafiosi e processi storici
Una potente ‘ndrina che controlla il tessuto economico e criminale di Vibo Valentia

La cosca Lo Bianco–Barba rappresenta oggi una delle ‘ndrine più organizzate della provincia vibonese. Con legami profondi nel territorio, presenza nel locale della ‘ndrangheta e protagonismo in maxi-processi, il clan resta un avamposto di influenza criminale nella Calabria centrale.
Origini e territorialità
Il clan Lo Bianco–Barba, radicato nel centro storico di Vibo Valentia, prende il nome dall’unione delle famiglie Lo Bianco e Barba. La sua struttura si è consolidata nel tempo, assumendo un ruolo centrale nei locali della ‘ndrangheta vibonese, fino a divenire una delle entità mafiose più influenti nella zona.
Radiazioni criminali e repressione giudiziaria
Fin dagli anni 2000, il clan è stato al centro di indagini importanti come l’operazione "Nuova Alba" (2007), “The Goodfellas” (2010) e soprattutto "Insomnia" nel 2014, che ha portato a pesanti richieste di condanna. Nel marzo 2021, un cold case sulle omicidi del 1993 ha condotto all’arresto di Salvatore e Rosario Lo Bianco, autori dell’uccisione del commerciante Filippo Piccione, crimine legato alla faida interna.
Il maxi-processo “Rinascita-Scott” e la rete dei legami
Nel 2019 la cosca ha affrontato il maxiprocesso "Rinascita-Scott", che ha portato all’arresto di 334 persone, tra cui esponenti di spicco del clan Lo Bianco–Barba. Le indagini hanno confermato la piena integrazione del clan nel “Locale di Vibo Valentia”, con ruoli nel coordinamento provinciale e nel "Crimine di Vibo", una struttura gerarchica collegata al Crimine regionale di Polsi.
Il vertice “al cimitero” e le spaccature interne
Secondo un collaboratore di giustizia, in un summit tenutosi in un cimitero, i vertici del clan (tra cui Vincenzo Barba) discutevano incarichi e funzioni criminali. Lo stesso incontro ha segnato un punto di rottura interno alle alleanze con il gruppo Pardea–Ranisi, portando successivamente alla scissione.
Boss in carcere e regime 41-bis
I principali esponenti del clan, tra cui Paolino Lo Bianco ed Enzo Barba, sono attualmente detenuti con il regime di 41-bis, confermato dalla Cassazione. Sono imputati per associazione mafiosa, estorsione e altri reati sotto il maxiprocesso Rinascita-Scott e nei processi “Imponimento” e “Insomnia”.