Università di Germaneto
Università di Germaneto

È stato inaugurato oggi, all’interno del Policlinico dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, il primo spazio di culto islamico in un ateneo italiano, un’iniziativa che ha immediatamente acceso il dibattito politico e sociale.

L’area di preghiera, allestita nell’Edificio delle Bioscienze, è destinata a studenti, personale universitario e pazienti di fede musulmana. La gestione è affidata all’associazione “Dar Assalam ODV”, sulla base di una convenzione stipulata con l’università.

L’accordo prevede la possibilità di celebrare il sermone del venerdì (Jumu’a), le cinque preghiere quotidiane e le due principali festività islamiche, Eid al-Fitr ed Eid al-Adha.

Alla cerimonia d’inaugurazione, secondo quanto riferito dal rettore Giovanni Cuda, hanno partecipato rappresentanti dell’associazione islamica, dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, dell’Amministrazione comunale e della Polizia di Stato, a testimonianza del carattere istituzionale e interreligioso dell’evento.

Le critiche e la polemica politica

La decisione dell’ateneo ha suscitato forti reazioni politiche, in particolare da parte del deputato della Lega, Rossano Sasso, capogruppo in Commissione Cultura alla Camera. Sasso ha annunciato la presentazione di un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Università Anna Maria Bernini, definendo l’iniziativa “un pericoloso passo verso l’islamizzazione della società”.

“L’Università – ha dichiarato – destina metri quadrati al sermone del venerdì dell’imam e alle sue cinque preghiere quotidiane anziché migliorare l’offerta formativa e offrire maggiori servizi agli studenti italiani. Siamo davvero disposti a cedere la nostra identità in un ambiente sacro come un ateneo, simbolo di libertà, sviluppo e ricerca, per dare spazio a una religione che contrasta con i nostri principi?”.

La replica del rettore

A difendere la scelta dell’università è stato lo stesso rettore Giovanni Cuda, che in una nota ha chiarito le motivazioni dell’iniziativa.
“La decisione di creare un’area di preghiera per gli studenti islamici – ha spiegato – nasce da un bisogno reale e profondamente sentito all’interno dell’ateneo, espresso da studenti, personale sanitario e pazienti. È un gesto di inclusione, dialogo e pace, coerente con la storia e i valori della nostra università”.

Cuda ha sottolineato che lo spazio “è di piccole dimensioni, non utilizzato per attività didattiche, e risponde all’articolo 19 della Costituzione italiana, che garantisce la libertà religiosa. La nostra volontà – ha aggiunto – è quella di fare dell’università un luogo di cultura, libertà e pluralità, in cui ogni identità religiosa possa essere rispettata”.

Tra inclusione e tensioni sociali

L’apertura dello spazio islamico al Policlinico catanzarese rappresenta dunque un precedente unico in Italia, destinato a far discutere.
Da un lato, l’iniziativa viene letta come un segno di accoglienza e dialogo interreligioso; dall’altro, suscita preoccupazioni e diffidenze in una parte del mondo politico, che teme possa aprire la strada a nuove tensioni culturali.

In ogni caso, il caso di Catanzaro riporta al centro del dibattito nazionale il rapporto tra università, religione e laicità dello Stato, in un momento in cui l’Italia si confronta con i temi dell’inclusione, della convivenza e delle libertà individuali.