Carfizzi, il borgo arbëreshë che custodisce storia, lingua e tradizioni
Un affascinante centro dell’entroterra crotonese fondato da profughi albanesi, oggi simbolo della cultura arbëreshë, della memoria storica e delle tradizioni autentiche

Carfizzi è molto più di un borgo: è un esempio vivente di multiculturalità, resistenza culturale e identità plasmata tra Balcani e Mediterraneo. Passeggiando tra le sue vie, ascoltando l’arbërisht parlato dagli anziani, o ammirando i paesaggi che lo circondano, si percepisce una storia unica, tra devozione alle radici e apertura alle sfide contemporanee.
Radici antiche e fondazione
Carfizzi sorge su un colle tra la Sila e la costa ionica, luogo storicamente noto come “Scalfizzi” o “Crisma”. Il borgo si sviluppò nel XV secolo quando fuggiaschi albanesi, in fuga dall’avanzata ottomana, si stabilirono nei casali medievali di Sancta Venere, Lucrivium e Carfidi. Da allora la comunità ha mantenuto intatte le sue origini etniche, sviluppando una composita storia segnalandosi nel territorio calabrese.
Una cultura viva e identitaria
Carfizzi è una delle poche comunità arbëreshë rimaste in Calabria, dove si parla ancora l’arbërisht e si custodiscono usi e costumi albanesi. Le donne continuano a indossare i “coha”, abiti tradizionali ricchi di perline e monili d’oro, mentre le festività religiose e musicali mantenendo rito e lingua originari. La gente del posto attribuisce grande valore al legame con il paese di origine, visibile anche negli scambi culturali con l’Albania e nella partecipazione ai festival folkloristici estivi.
Architettura, paesaggio e vita rurale
Il borgo conserva strette viuzze lastricate, antiche case rurali e resti di vecchi mulini. All’ingresso, un anfiteatro naturale, capace di ospitare fino a mille spettatori, si anima d’inverno con eventi teatrali e musicali. Molto significativa anche la tessitura a telaio — coperte e stoffe con motivi orientali — insieme all’oreficeria artigianale, che testimonia una cultura produttiva locale legata tradizionalmente alla quotidianità.
Economie tradizionali e identità agricola
L’economia del paese si basa su viticoltura e olivicoltura, accompagnate da allevamento di capre e pecore. Anche la tessitura a telaio e l’oreficeria rappresentano attività tramandate da generazioni, con tecniche che rispecchiano le radici arbëreshë.
Memoria e protagonisti contemporanei
Carfizzi è legato a personalità come lo scrittore Carmine Abate, celebre per i suoi romanzi che raccontano la vita nel borgo. Il paese ha inoltre affrontato fenomeni di emigrazione, ma mantiene viva la tradizione della “Festa del ritorno” durante l’estate, quando la diaspora torna per celebrare le radici comuni, riconnettendosi alla lingua e alla comunità.