Domenico Gabriele detto Dodò
Domenico Gabriele detto Dodò

Era la sera del 25 giugno 2009 quando Domenico Gabriele, detto “Dodò”, di appena 11 anni, venne colpito da una raffica di proiettili mentre giocava a calcetto in una piazzetta di contrada Margherita, alla periferia di Crotone. I killer avevano preso di mira Gabriele Marrazzo, emergente della mala locale, ma il fuoco indiscriminato colpì anche il piccolo Domenico.

Ferito gravemente, non morì sul colpo: fu trasportato prima a Crotone e poi all’ospedale di Catanzaro, dove fu sottoposto a operazioni al fegato e al cervello. Dopo un’agonia durata circa tre mesi, il suo cuore si fermò il 20 settembre 2009.

Un calvario che commosse l’Italia

Dodò lottò tra la vita e la morte per 85 giorni, in un calvario che attirò l’attenzione dell’opinione pubblica. I suoi genitori, Giovanni e Francesca, durante quel periodo passarono ogni istante accanto a lui, raccontando commossi gli ultimi gesti del figlio: “Ogni giorno sono stata in ospedale a stringergli la mano... Mi dava la mano e vedevo scorrere le lacrime”.

Una lettera scritta da Dodò al Presidente del Consiglio dell’epoca, Silvio Berlusconi, chiedendo aiuto per la sua famiglia, dimostrò la maturità e la sensibilità del bambino.

Giustizia e memoria

I responsabili del tragico agguato, Vincenzo Dattolo e Andrea Tornicchio, furono condannati all’ergastolo, pena poi confermata in Cassazione. La morte di Domenico divenne un simbolo nella lotta alla ’ndrangheta: istituzioni, scuole e associazioni come Libera hanno promosso numerose iniziative in sua memoria. Nel 2025, il Comune di Crotone ha dedicato a Dodò il “Settore B” di un campo di calcio, per trasmettere valori di legalità e speranza alle nuove generazioni.

L’eredità di un bambino coraggioso

La figura di Domenico Gabriele non è stata dimenticata. Nel settembre 2016 i suoi genitori hanno fondato l’associazione “Dodò” per promuovere educazione alla legalità e cittadinanza attiva. Ogni anno, in occasione dell’anniversario della morte, città come Crotone, Genova e Rho organizzano momenti di testimonianza nelle scuole e nelle biblioteche, affinché il sorriso di quel bambino non venga mai cancellato.