Il luogo dell'omicidio di Raffaele Fiammingo
Il luogo dell'omicidio di Raffaele Fiammingo

La cosca Accorinti‑Fiammingo opera nell’area del Monte Poro, comprendente i comuni di Zungri, Spilinga, Rombiolo e Drapia, nella provincia di Vibo Valentia. Giuridicamente riconosciuta durante l’operazione “Costa Pulita” del 2020, è considerata una delle principali articolazioni locali legate alla famiglia Mancuso di Limbadi, con cui intreccia rapporti di subordine e collaborazione criminale regionale.

Origini e rivalità con i Mancuso

Secondo le deposizioni del pentito Angiolino Servello, la cosca mantenne anche contatti con i Tripodi, prediligendo affari legati al traffico di droga e al controllo del territorio locale. A partire dal 2003, durante una presunta faida tra Accorinti e Mancuso, si verificò l’omicidio di Raffaele Fiammingo e il ferimento di Francesco Mancuso (il giovane “Tabacco”), episodio che rischiò di scatenare una sanguinosa ritorsione. Il tentativo di vendetta, però, fu interrotto per motivi mai chiariti, suggerendo negoziazioni interne alla criminalità regionale.

Funzioni criminali e business locali

Il clan Accorinti‑Fiammingo svolge un ruolo significativo nella gestione del territorio e degli affari illegali locali: usura a imprenditori, estorsioni e traffico di sostanze stupefacenti. Il suo potere locale lo rende un punto di riferimento criminale nei comuni del Monte Poro, pur mantenendo ruoli subordinati rispetto al vertice rappresentato dai Mancuso.

Il ruolo nell’operazione “Rinascita‑Scott”

L’operazione Rinascita‑Scott (dicembre 2019 – gennaio 2021), il più grande maxi-processo contro la ‘ndrangheta vibonese, ha riconfermato l’esistenza della locale di Zungri, con al vertice Giuseppe Antonino Accorinti, e ha ricondotto il clan alla rete delle ‘ndrine ribelli ma collegate ai Mancuso. Il processo ha messo in luce il grado di penetrazione del gruppo nel territorio locale e le sue attività criminali coordinate.

Eredità criminale e scenari futuri

Nonostante le tensioni con i Mancuso, la cosca Accorinti‑Fiammingo ha mantenuto la sua struttura criminale ben radicata nei centri del Monte Poro. Giuridicamente riconosciuta e indagata, costituisce ancora un esempio di come le ‘ndrine regionali minori sappiano ritagliarsi ruoli autonomi pur all’interno di alleanze più vaste. L’equilibrio tra collaborazione e rivalità criminale continua a modellare la criminalità organizzata vibonese oggi.