Fc Crotone chiede la revoca dell’amministrazione giudiziaria: “Nessun legame con la ‘ndrangheta”
In aula l’avvocato Verri ha contestato gli elementi dell’inchiesta “Glicine-Acheronte” e presentato nuovi documenti: “Biglietti pagati, dipendenti già sostituiti

È stata discussa oggi davanti al Tribunale di Catanzaro – Sezione Misure di Prevenzione – l’istanza presentata dall’Fc Crotone per la revoca del provvedimento di amministrazione giudiziaria, disposto per un anno il 16 settembre scorso ai sensi dell’articolo 34 del Codice antimafia. Il club era stato sottoposto alla misura sulla base degli elementi emersi nell’inchiesta “Glicine-Acheronte” condotta dalla DDA di Catanzaro, da cui risulterebbero presunti condizionamenti mafiosi sull’attività della società calcistica negli ultimi dieci anni. In aula, l’avvocato Francesco Verri, difensore del club, ha chiesto una rivalutazione del quadro probatorio alla luce di atti e documenti non presenti nel fascicolo originario.
La difesa: “Nessun legame diretto con ambienti mafiosi”
Tra gli elementi richiamati dalla difesa c’è il caso di Sandro Oliverio, ex amministratore della società Seral, incaricata della sicurezza per l’Fc Crotone tra il 2017 e il 2023. Oliverio era stato coinvolto nell’indagine “Glicine” ma è stato assolto con rito abbreviato, e comunque la società sportiva ha successivamente sostituito la Seral con la Securpol, azienda che presta servizio anche al Palazzo di giustizia di Crotone e ritenuta priva di ombre. L’avvocato Verri ha anche chiarito che l’autista del pullman societario, ritenuto vicino a contesti mafiosi, non era un dipendente del club ma di una ditta esterna, poi esclusa con l’acquisto di un mezzo proprio, affidato a un conducente incensurato.
Biglietti acquistati regolarmente: “Nessuna asservimento”
Un ulteriore punto contestato dalla difesa riguarda alcune intercettazioni relative all'acquisto di biglietti per partite di Serie A da parte del boss Mico Megna, di Papanice. Secondo quanto evidenziato in aula, i biglietti in questione sarebbero stati regolarmente acquistati e non forniti in omaggio, escludendo così qualsiasi forma di favore o soggezione da parte della società calcistica. La difesa ha sostenuto l’assenza di relazioni opache o di asservimento del club a interessi mafiosi. Il Tribunale si è riservato la decisione in merito all’istanza.