Negli ultimi decenni la coltivazione del kiwi in Calabria si è evoluta da semplice esperimento agricolo a vera eccellenza frutticola regionale. Sebbene la Calabria sia storicamente associata alla produzione di agrumi e olive, oggi rappresenta una delle principali realtà italiane nella coltivazione del kiwi, con una superficie che sfiora i 3.500 ettari. Questo dato la colloca stabilmente al terzo posto in Italia per estensione, subito dopo regioni tradizionalmente più vocate come Lazio ed Emilia-Romagna.

In questo scenario, un fenomeno particolarmente significativo è l’ascesa delle varietà di kiwi a polpa gialla. Le cultivar gialle – tra cui si distinguono Jintao, Soreli, Dorì e G3 – costituiscono ormai quasi un terzo della produzione regionale. Un dato non casuale: le varietà gialle risultano più richieste sui mercati internazionali, hanno un sapore più dolce e una consistenza più morbida, caratteristiche molto apprezzate dai consumatori.

La crescita del settore è il risultato di un insieme di fattori: un clima caldo-umido particolarmente favorevole, terreni mediamente fertili e investimenti sempre più mirati da parte di aziende agricole e cooperative del territorio. A ciò si aggiungono innovazioni tecniche e varietali che hanno permesso ai coltivatori calabresi di competere con regioni italiane già affermate nel settore.

Zone e contesti produttivi: dove crescono i kiwi gialli in Calabria

La coltivazione del kiwi giallo in Calabria si concentra prevalentemente in alcune aree geografiche ben definite, che nel tempo sono diventate veri distretti specializzati.

La Piana di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, rappresenta il fulcro della produzione regionale. Qui si trova la maggior parte degli impianti, grazie alla conformazione pianeggiante, all’abbondanza di acqua per l’irrigazione e a terreni che storicamente ospitavano agrumeti poi convertiti alla più redditizia actinidia.

Un’altra zona di grande rilievo è la Piana di Sibari, in provincia di Cosenza, dove negli ultimi anni si è assistito a un notevole impulso alla coltivazione del kiwi, inclusa quella a polpa gialla. Le condizioni pedoclimatiche – suoli ben drenati, ventilazione moderata e temperature miti – favoriscono una produzione particolarmente equilibrata.

Non vanno tralasciate, inoltre, la Piana di Lamezia Terme e alcune aree della provincia di Vibo Valentia, dove si trovano impianti più recenti che stanno crescendo sia in estensione sia in qualità. Queste zone, seppur di dimensioni inferiori rispetto ai due poli principali, contribuiscono a creare un vero e proprio mosaico produttivo regionale che sostiene una filiera ormai consolidata.

La diffusione dell’actinidia in Calabria è dovuta soprattutto alla combinazione tra condizioni ambientali altamente favorevoli e la capacità degli agricoltori locali di introdurre tecniche moderne di gestione, potatura e irrigazione. Una sinergia che ha permesso alla regione di diventare un punto di riferimento nel panorama frutticolo nazionale.

Kiwi giallo: potenzialità, sfide e futuro per il territorio calabrese

La crescita del kiwi giallo in Calabria non è solo una questione di quantità ma soprattutto di qualità. Molte aziende agricole, cooperative e organizzazioni di produttori stanno puntando con decisione su queste varietà, attratte dal loro elevato potenziale commerciale. Il kiwi giallo, infatti, gode di un’accoglienza favorevole sui mercati europei e asiatici grazie al gusto più dolce e all’aspetto più invitante rispetto al tradizionale kiwi verde.

Negli ultimi anni sono stati avviati progetti per introdurre nuove varietà selezionate appositamente per il territorio calabrese, con l’obiettivo di aumentare la resa, migliorare la conservabilità e soddisfare la crescente domanda internazionale. Queste attività stanno coinvolgendo diversi operatori lungo tutta la filiera, dal vivaio alla distribuzione.

Non mancano però le criticità. La coltivazione del kiwi – e in particolare delle varietà gialle – è stata messa alla prova da problematiche fitosanitarie come la Kiwifruit Vine Decline Syndrome (KVDS), responsabile di un progressivo deperimento delle piante, e dalle infezioni del batterio Pseudomonas syringae pv. actinidiae (Psa), che può causare gravi danni agli impianti. In alcune aree ciò ha comportato una riduzione delle rese anche del 30%.

Per affrontare queste sfide, gli agricoltori calabresi – supportati da agronomi e ricercatori – stanno investendo in tecniche di gestione più avanzate, varietà più resilienti e pratiche colturali più sostenibili. Questi interventi rappresentano la chiave per garantire un futuro solido alla filiera e per trasformare definitivamente il kiwi giallo in un prodotto di punta dell’agricoltura regionale.

Il futuro del kiwi giallo calabrese appare dunque come un equilibrio tra potenzialità e necessità di innovazione: da un lato un mercato in espansione, dall’altro la sfida di proteggere gli impianti e assicurare continuità produttiva. Se la regione continuerà a investire in ricerca, qualità e cooperazione tra produttori, il kiwi giallo potrà diventare uno dei simboli della nuova agricoltura calabrese, valorizzando un territorio ricco di risorse e competenze.