"Il mio approccio sulla questione Ponte, è profondamente cambiato da quando abbiamo capito che i nostri territori, evidentemente interessati da questa opera, non sarebbero stati istituzionalmente coinvolti". Lo afferma il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà.
 

Falcomatà: “Servono altre infrastrutture”

"Il protagonismo che auspichiamo per le comunità che rappresentiamo - prosegue - è necessario per capire bene il progetto di un'infrastruttura che vuole cambiare la mobilità urbana, la fisionomia paesaggistica e strutturale delle due sponde dello Stretto. Perché siamo costretti a tutelare le nostre prerogative dopo le stringenti prescrizioni che, in sede di procedure Via e Vas, il ministero dell'Ambiente ha restituito al progetto. Per non parlare della spoliazione - aggiunge riferendosi ai Fondi di Coesione - di risorse considerate indispensabili per la sopravvivenza dei nostri enti, che prima erano aggiuntive rispetto ai trasferimenti nazionali e adesso sono diventate sostitutive, o peggio, rischiano di essere prosciugate da un'opera che manca puntualmente il suo appuntamento con la storia. Infatti, con cadenza quasi decennale, si torna alla carica con la grande e farraginosa macchina organizzativa del Ponte, attraverso cui, gli annunci si sprecano per profondere quell'inutile sforzo di farci credere che, con la sua realizzazione, la questione dei trasporti al Sud è risolta. Niente di più falso! Mentre non si hanno notizie dell'Alta Velocità, dell'Alta Capacità, e dei lavori della Statale 106 per la provincia di Reggio Calabria, queste si, infrastrutture irrinunciabili per rendere competitivi e connessi i nostri territori, il progetto del Ponte si scontra con limiti ambientali, tecnici, logistici e strategici per l'economia del trasporto marittimo dell'intera area dello Stretto".

“Costretti alla mobilitazione”

"Per questo - conclude Falcomatà - in tutte le sedi e con tutti gli strumenti giuridici a nostra disposizione, legittimamente, abbiamo fatto delle osservazioni al Governo, per trovare soluzioni e approcci condivisi, a dimostrazione del fatto che non subiamo retaggi ideologici ma agiamo nell'esclusivo interesse delle comunità che rappresentiamo; ma se questo non dovesse avvenire, non avremo alternative se non quella della mobilitazione, insieme alla rete delle associazioni, dei movimenti civici e di quei partiti che pensano che a questa deriva si deve rispondere con coraggio e resistenza".