L’olio calabrese conquista le Tre Foglie del Gambero Rosso
Tra innovazione e radici antiche, la Calabria brilla nella guida Oli d’Italia 2025 con dieci extravergini di eccellenza

Crescita qualitativa e vocazione all’eccellenza
La Calabria si conferma protagonista nel panorama olivicolo italiano, distinguendosi non solo per quantità, ma anche per una crescita qualitativa sempre più evidente. Accanto a realtà consolidate, emergono nuove aziende che puntano sulla valorizzazione del territorio e sull’eccellenza produttiva. La regione, forte di una tradizione secolare e di influenze culturali da tutto il Mediterraneo, ha saputo evolvere mantenendo salde le proprie radici, offrendo oggi oli versatili, emozionanti e di grande valore gastronomico.
Le sfide del comparto olivicolo
Nonostante il potenziale, l’olivicoltura calabrese affronta sfide rilevanti, in particolare l’abbandono degli oliveti. Negli ultimi dieci anni, il numero delle aziende è diminuito del 30%, pur mantenendo stabile la superficie coltivata. Per contrastare questo fenomeno, la Regione Calabria ha varato un Piano Olivicolo da 50 milioni di euro e ha investito 16,5 milioni del Pnrr nell’ammodernamento dei frantoi, con l’obiettivo di migliorarne l’efficienza e ridurne l’impatto ambientale.
La campagna olearia 2024/2025
La Calabria conta su 181mila ettari dedicati all’olivicoltura, pari al 17,3% della superficie olivicola nazionale. La recente campagna olearia è stata influenzata da condizioni climatiche sfavorevoli, come siccità prolungata e piogge intense, che hanno compromesso la produzione in varie zone. Un esempio è la Piana di Lamezia Terme, dove la varietà Carolea ha subito danni durante l’allegagione, con effetti sulla resa finale.
Una storia millenaria di olivicoltura
L’olivo è presente in Calabria fin dall’epoca della Magna Grecia, introdotto dai coloni greci nell’VIII secolo a.C. Già allora l’olio d’oliva era un bene prezioso, usato in ambito alimentare, religioso e cosmetico. Nei secoli successivi, l’olivicoltura si è sviluppata con i Romani, i monasteri medievali e, dal XVI secolo, con l’avvio delle esportazioni. L’Ottocento ha segnato il passaggio dai frantoi a trazione animale a quelli meccanici, soprattutto nel Catanzarese e Reggino.
Cultivar autoctone e oli premiati
La Calabria è la seconda regione italiana per produzione di olio, con oltre 25 cultivar autoctone. Tra le più note: la Carolea, dai sentori vegetali delicati; l’Ottobratica, imponente e resistente; e la Dolce di Rossano, con profumi di erbe e pomodoro.
Numerose aziende calabresi sono state premiate nella guida Oli d’Italia 2025 del Gambero Rosso con il massimo riconoscimento delle Tre Foglie, segno di eccellenza assoluta:
Consorzio di Tutela Olio Evo Dop Lametia – Dea Dop Lametia Monocultivar Carolea Bio 2024
Sorelle Garzo – Dolciterre 2024
Olearia Geraci – Dop Bruzio Monocultivar Dolce di Rossano 2024
Angelo Oliverio – Jannìa Monocultivar Pennulara 2024
Olearia San Giorgio – Micu 1906 2024
Tenute Librandi Pasquale – Monocultivar Carolea Bio 2024
F.lli Rotella Olii – Nonno Peppe Monocultivar Carolea Bio 2024
Oleificio Torchia – Olio Extravergine di Oliva 2024
F.lli Renzo – Orolio Limited Edition 2024
Frantolio Acri – Vigoroso Monocultivar Coratina 2024
Una conferma del valore di un territorio che, tra tradizione e innovazione, continua a produrre oli di altissima qualità, capaci di distinguersi a livello nazionale e internazionale.