Aumentano i reati ambientali in Calabria
Aumentano i reati ambientali in Calabria

Nel 2024 l’Italia ha registrato un’impennata dei reati ambientali: secondo l’ultimo rapporto Ecomafia di Legambiente, sono stati accertati 40.076 illeciti, con un aumento del 14,4% rispetto all’anno precedente. Una media allarmante di 111 reati al giorno, pari a 4,6 ogni ora. Si tratta di dati che descrivono un vero e proprio assalto all’ambiente, accompagnato da un fatturato illegale di 9,3 miliardi di euro. La criminalità organizzata conferma il suo radicamento nelle principali filiere economiche legate all’ambiente, con una particolare attenzione per il ciclo del cemento e quello dei rifiuti.

Calabria tra le regioni più colpite: 41 arresti e 6 inchieste

La Calabria continua a figurare tra le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa dove si concentra il 42,6% dei reati ambientali nazionali, insieme a Campania, Puglia e Sicilia. Sul fronte della corruzione negli appalti green, la Calabria ha registrato 6 inchieste nel periodo compreso tra maggio 2024 e aprile 2025. Più pesante il dato sugli arresti, che sono stati 41, a testimonianza di una presenza criminale pervasiva nei settori strategici e ad alto impatto ambientale.

Cemento e rifiuti: le filiere più inquinate

A livello nazionale, la filiera del cemento si conferma come la più esposta agli interessi mafiosi, con 13.621 reati accertati nel 2024 (+4,7%), pari a un terzo del totale. Abusivismo edilizio, cave illegali, appalti truccati e infiltrazioni nei cantieri pubblici continuano a rappresentare una minaccia concreta anche in Calabria, dove il cemento resta un veicolo privilegiato di arricchimento illecito.

Anche il ciclo dei rifiuti mostra una crescita preoccupante: +19,9% rispetto al 2023, con oltre 11.000 reati in Italia. Le indagini dimostrano come il traffico e lo smaltimento illegale dei rifiuti siano ormai una componente strutturale dell’economia criminale nelle aree a rischio, Calabria inclusa.

I numeri dell’illegalità diffusa

Il rapporto segnala un incremento anche degli illeciti amministrativi: ben 69.949 nel 2024 (+9,4%), con una media di quasi 8 violazioni all’ora. In forte crescita i reati contro il patrimonio culturale (+23,4%) e quelli contro gli animali (+9,7%), mentre nel settore agroalimentare, nonostante il calo dei controlli (-2,7%), aumentano sia i reati che gli arresti (+11,3%).

Nel complesso, il numero di clan mafiosi coinvolti in reati ambientali, dal 1995 a oggi, è salito a 389, con una pericolosa capillarità in diverse regioni italiane, Calabria compresa.

Inquinamento ambientale: reato in espansione

Particolarmente significativo è l’aumento dei reati più gravi previsti dal Codice Penale: nel 2024 i procedimenti per inquinamento ambientale sono stati 299, su un totale di 971 reati, con un incremento del 61,3% rispetto al 2023. Le denunce sono state 1.707, mentre i controlli sono aumentati del 28,7%. Numeri che confermano la maggiore efficacia della legge 68/2015, che nel maggio 2025 ha compiuto dieci anni.

Serve un cambio di passo

La Calabria continua a essere un territorio fragile, dove le mafie ambientali trovano terreno fertile tra cantieri, rifiuti e appalti pubblici. I dati del rapporto Ecomafia 2024 dimostrano come la lotta alla criminalità ambientale debba restare una priorità assoluta, non solo sul piano repressivo ma anche sul versante della prevenzione, della trasparenza amministrativa e della tutela del territorio. Servono politiche più incisive, controlli capillari e un patto tra cittadini e istituzioni per fermare l’assalto all’ambiente e garantire un futuro sostenibile alla regione.