Ernesto Fazzalari
Ernesto Fazzalari

La faida di Taurianova rappresenta una delle pagine più oscure della storia calabrese. Trentadue vite spezzate, vite innocenti travolte da una guerra intestina tra clan. Il processo giudiziario e lo scioglimento dell’amministrazione comunale portano la consapevolezza che, senza misure forti, lo Stato rischia di cedere ogni margine di controllo. Restare nella memoria storica e culturale di un territorio significa tenere viva la lezione dolorosa di un passato che non deve ripetersi.

Origini e fazioni contrapposte

La faida scoppiò nel 1989 tra due gruppi mafiosi nel territorio di Taurianova, nato dall’unione amministrativa dei borghi di Radicena e Iatrinoli. Da una parte le ‘ndrine Zagari‑Avignone‑Viola‑Fazzalari, dall’altra quelle Asciutto‑Neri‑Grimaldi, appoggiate dai clan Piromalli e Molè. L’innesco fu la morte di Felice Zagari, figlio del capo clan Rocco Zagari, per overdose da eroina — ritenuta opera di uno spacciatore affiliato ai Neri. Le reazioni violente iniziarono con gli omicidi di Vincenzo Neri nel luglio 1989 e si intensificarono rapidamente.

Azioni cruente e la "Strage del Venerdì Nero"

L’acme della violenza si toccò nel maggio 1991, quando furono uccisi il boss Rocco Zagari mentre si faceva radere dal barbiere e, il giorno seguente, una serie di agguati uccise quattro persone ritenute affiliate al clan avversario. Uno degli omicidi fu reso ancora più raccapricciante dalla decapitazione di Giuseppe Grimaldi, il cui cadavere venne usato come bersaglio per colpi di fucile in piazza; episodio che passò tristemente alla storia come “Strage del Venerdì Nero”.

L'epilogo giudiziario

La faida provocò un totale di 32 omicidi in meno di tre anni. I processi seguiti, tra cui quello noto come "Taurus" e la sentenza sul “Venerdì Nero”, portarono in Corte d’Assise, nel 1999, a condanne all’ergastolo per diversi protagonisti, tra cui i fratelli Zagari, i Fazzalari e i Viola . La giustizia riconobbe l’esistenza di un sistema ramificato e violento, scaricando sulle cosche la responsabilità di una stagione di sangue.

Ripercussioni istituzionali

Il caso ebbe eco nazionale e richiese una risposta politica decisa: a seguito della faida, nel 1991, l’allora Governo introdusse misure speciali per contrastare le infiltrazioni mafiose nelle amministrazioni locali. Taurianova divenne il primo comune sciolto per mafia con decreto legge convertito in norma, segnando una pietra miliare nel contrasto alla criminalità organizzata in Calabria.

Latitanze e catture

Tra i protagonisti emerse Ernesto Fazzalari, capo cosca e killer spietato, noto come “u lentu”, latitante per vent’anni e protagonista di agghiaccianti efferatezze, come la decapitazione finita sotto i riflettori. Arrestato nel 2016 in Aspromonte, venne condannato all'ergastolo.