Roberto Occhiuto
Roberto Occhiuto

Durante il suo intervento alla rassegna politica del Magna Graecia Film Festival, il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha raccontato di aver contattato Carlo Calenda per chiarire le tensioni nate nei giorni scorsi. «L’ho chiamato, gli ho chiesto scusa perché è vero: mi aveva cercato e io non l’ho richiamato. Però gli ho anche detto che è stato sfortunato, perché, come spesso gli capita, fa dichiarazioni intempestive». Le parole di Occhiuto fanno riferimento all’attacco pubblico di Calenda, che lo aveva definito “un bullo” e accusato di bloccare l’attività regionale.

Verso le dimissioni: «Così l’alleanza con Azione diventa difficile»

Occhiuto ha aggiunto che, al momento del chiarimento, stava per annunciare le proprie dimissioni. «Gli ho detto: “Carlo, tra due ore mi dimetto. Mi dispiace non averti richiamato, ma con quello che hai detto, sarà complicato costruire un’alleanza”». Le frizioni tra il governatore e il leader di Azione rendono incerto il futuro dei rapporti tra i due schieramenti, nonostante il partito di Calenda avesse sostenuto dall’esterno la Giunta calabrese. Il clima, ora, sembra essere irrimediabilmente compromesso.

L’ironia e la stoccata finale: «Non sono il Papa, ma ho letto il Vangelo»

Occhiuto ha poi rivolto un messaggio ai consiglieri regionali di Azione, sottolineando come soltanto ora stessero cercando di distinguersi dopo anni di silenzio. «Calenda ha detto che non sono il Papa. È vero, non lo sono, ma ho letto il Vangelo. E ho invitato anche loro a leggerlo, in particolare Marco 13,33: “Vegliate, fate attenzione, perché non sapete quando è il momento”». Un riferimento ironico ma preciso, che chiude il discorso del presidente con un tono polemico e spirituale insieme. «Se devo fare anche il catechismo, lo faccio. Ma l’alleanza con Azione diventa molto complicata».