l deepfake, cioè la nuova tecnica che sfrutta l'intelligenza artificiale per sovrapporre il volto di una persona a un'altra ripresa in un video, "può essere usato per tanti scopi criminali gravissimi, nel mondo politico ma anche finanziario". L'allarme arriva questa volta da Nunzia Ciardi, direttrice del Servizio Polizia postale e delle comunicazioni, intervenuta alla conferenza "La minaccia del deepfake" organizzata oggi a Roma da Videocittà per fare il punto sui rischi nascosti della manipolazione delle immagini. In parte lo si è visto con i 'falsi' video di Zuckerberg o di Renzi, che hanno dimostrato come sia facile cascarci. Il primo trasmesso in Rete, l'altro in televisione: in entrambi i casi era quasi impossibile distinguere la realtà dalla finzione. Dai primi esempi di deepfake realizzati con le star di Hollywood come protagoniste, di passi in avanti ne sono stati fatti, più nel bene che nel male. "Le aziende negli ultimi anni sono preda di truffe informatiche sempre più sofisticate e in alcuni casi milionarie, portate avanti usando il social engineering, ad esempio con email che sembrano inviate dall'amministratore delegato dell'impresa", ha spiegato Ciardi. "Con il deepfake, si potrebbe arrivare a simulare una videoconferenza dall'ad".
Ad oggi il 96% del deepfake si concentra nel mondo del porno, ma i rischi di questa tecnica "non vanno sottovalutati", prosegue il capo della PolPost.  "Siamo abituati a chattare con persone a cui attribuiamo l'immagine che vediamo in una foto, rischiando di incappare, ad esempio, in una truffa sentimentale. Attribuiamo credibilità alle immagini che vediamo, mala tecnologia - rileva - riesce ingannare i nostri sensi, e il deepfake è un'evoluzione che rende ancora più deflagrante questo impatto".In un tale contesto, "va reso sufficientemente sicuro l'ecosistema digitale, e ciò spetta alle istituzioni, alle grandi aziende e alle forze come la PolPost, ma è necessario che anche il singolo cittadino sia culturalmente attrezzato e preparato".
A chiedere una regolamentazione e strumenti ad hoc per arginare il fenomeo deepfake è presidente di Anica e di Videocittà Francesco Rutelli, per il quale deve essere possibile segnalare in modo chiaro, con un bollino, i video in questione in modo che sia possibile rimuoverli con facilità del web. "Ci stiamo misurando con una realtà dirompente finora decisamente sottovalutata", ha detto Rutelli, annunciando all'Agi la presenza al Senato, accanto ai protagonisti dell'incontro odierno, di Francesco Posteraro commissario Agcom responsabile per i servizi e i prodotti. "Interpelleranno la politica e le istituzioni perché si stabiliscano regole il più possibile coordinate con gli altri paesi europei, per limitare gli impatti futuri delle manipolazioni delle immagini, del pensiero e del comportamento umano. - ha aggiunto il presidente dell'Anica - Ormai fanno parte dello scenario della vita quotidiana, della politica, della finanza e dello star system, insieme al rischio di essere percepite come autentiche".

 

 


FONTE LA REPUBBLICA