Giuseppe Conte
Giuseppe Conte

«Del Ponte sullo Stretto, per adesso, c’è solo la ferita di cemento che è l’ecomostro della variante ferroviaria di Cannitello, a Villa San Giovanni. Cosa ha portato alla popolazione? Nulla». Con queste parole Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha aperto il suo intervento a Villa San Giovanni nel corso di un’iniziativa elettorale a sostegno del candidato progressista alla presidenza della Regione Calabria, Pasquale Tridico. Conte ha puntato il dito contro il ministro delle Infrastrutture, accusandolo di «megalomania» e di non essere in grado «neanche di assicurare un treno in orario», mentre rilancia un progetto dalle dimensioni enormi e dalle basi fragili.

Fondi sottratti alla coesione territoriale

Secondo Conte, per finanziare il rilancio del Ponte sono stati sottratti 300 milioni di euro dai fondi di coesione, risorse fondamentali per un territorio «che è l’ultima landa d’Europa, segnata da profonde disuguaglianze economiche e sociali». «Ha preso questi 300 milioni per buttarli lì – ha detto – mentre la Corte dei Conti sta bocciando il progetto per carenze finanziarie, ambientali e progettuali». Il leader M5S ha evidenziato il continuo rinvio dell’avvio dei lavori, che «slitta di mese in mese» senza certezze sui tempi reali.

Alta velocità cancellata dal piano

Conte ha poi sottolineato un altro aspetto cruciale: la perdita di 9 miliardi e 400 milioni di euro dal fondo complementare del Pnrr, risorse che il precedente governo aveva destinato alla realizzazione dell’Alta velocità ferroviaria, considerata indispensabile per rendere realmente accessibile il futuro Ponte. «Gli abbiamo dato i soldi e hanno dovuto rinunciare perché non hanno capacità progettuale», ha spiegato Conte, accusando l’esecutivo di aver sacrificato le infrastrutture necessarie per inseguire un’opera simbolica, ancora lontana dall’essere realizzata.