Tribunale Catanzaro
Tribunale Catanzaro

Dopo quasi sei anni di dibattimento, il Tribunale di Catanzaro ha emesso il verdetto di primo grado nell’ambito del processo "Calabria Verde", che ha coinvolto ex dirigenti ed ex dipendenti dell’ente in house della Regione Calabria. La sentenza ha stabilito una condanna a tre anni e sei mesi di reclusione per l’ex dirigente dell’Economato, mentre gli altri quattro imputati sono stati assolti.

Un’inchiesta sulla gestione dei fondi pubblici

L’indagine della Procura della Repubblica di Catanzaro si è concentrata sulla gestione dei fondi del Por 2007/2013, ipotizzando un uso illecito delle risorse pubbliche. Tra le accuse rivolte agli imputati, figuravano abuso d’ufficio, peculato, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale in atto pubblico.

Secondo l’accusa, alcuni dirigenti avrebbero utilizzato beni e risorse dell’ente per fini personali. Tra i presunti episodi contestati vi sarebbero stati l’utilizzo improprio delle auto di servizio per spostamenti privati, compresi viaggi per recarsi a visite mediche personali e al porto per imbarcarsi su yacht. Inoltre, gli inquirenti hanno indagato su presunti interventi di manutenzione a spese dell’ente, come la sostituzione di pneumatici su veicoli privati e il finanziamento di una vacanza a Roma con la famiglia, sempre a carico di Calabria Verde.

Il verdetto del Tribunale: assoluzioni e condanna

Nel corso del processo, il collegio giudicante ha disposto l’assoluzione per quattro imputati, tra cui Alfredo Allevato, ex dirigente del settore 3 di Calabria Verde, difeso dall’avvocato Nicola Carratelli. Assolto anche Emanuele Ciciarello, ex dipendente dell’ente e attuale consigliere comunale di Catanzaro, assistito dagli avvocati Vincenzo Ioppoli, Giuseppe Pitaro e Vittorio Ranieri.

A ottenere il proscioglimento è stato anche Antonio Errigo, ex dirigente della segreteria del direttore generale, difeso dagli avvocati Vincenzo Galeota e Alessandra Coppolino. Infine, è stato scagionato anche Gennarino Magnone, agrotecnico dell’epoca con incarico di consulenza esterna, difeso dagli avvocati Sergio Rotundo e Giuseppe Bruno.

Nel corso del procedimento si è registrata inoltre la scomparsa di Paolo Furgiuele, ex direttore generale dell’ente, il cui processo si è dunque estinto.

Diversa la sorte per l’ex dirigente dell’Economato, unico condannato del processo, a cui sono stati inflitti tre anni e sei mesi di reclusione.

Un processo atteso da anni

L’inchiesta su Calabria Verde ha rappresentato un momento cruciale per il dibattito sulla gestione dei fondi pubblici in Calabria. Il lungo iter processuale ha suscitato l’attenzione dell’opinione pubblica, mettendo in luce il ruolo degli enti in house della Regione e le criticità nel controllo delle risorse destinate allo sviluppo territoriale.

Con la sentenza di primo grado, la giustizia ha fornito una prima risposta alle accuse formulate dalla Procura. Tuttavia, resta da capire se ci sarà un’impugnazione in appello, che potrebbe riaprire il caso. Per gli imputati assolti, il verdetto segna invece la fine di un percorso giudiziario lungo e complesso, che li ha visti difendersi per anni dalle accuse mosse nei loro confronti.