Pane e sugo, la merenda povera che sapeva di casa preparata dalla nonna
Un gesto semplice e carico d’amore, il profumo del sugo sulla fetta di pane racconta storie di infanzia

C’erano una volta le merende senza confezioni, senza merendine e senza pubblicità. C’erano i pomeriggi in campagna o in città, dopo la scuola o nei giorni di festa, in cui la fame arrivava puntuale e il rimedio era sempre lo stesso, una fetta di pane, un mestolo di sugo e l’amore di una nonna.
“Pane e sugo” non era solo cibo. Era un gesto, un rituale. Bastava poco, il pane del giorno prima, tagliato spesso e un po’ duro, e il sugo che sobbolliva da ore sulla cucina economica o nella pentola di terracotta. A volte era sugo semplice, con cipolla e basilico. Altre volte era quello della domenica, ancora profumato di carne, polpette o involtini. A guardarla oggi, quella merenda potrebbe sembrare poca cosa. Ma dentro c’era tutto, la sapienza del recupero, la voglia di non sprecare nulla, il rispetto per ciò che si aveva. E soprattutto, c’era una generosità silenziosa. Le nonne tagliavano il pane e ci versavano sopra il sugo con una cura che sembrava un gesto d’arte. Il cucchiaio passava lento, quasi a non voler rovinare quel momento.
Il pane si impregnava, diventava rosso e morbido, e mentre lo portavi alla bocca sapevi che non era solo fame a muoverti, ma un senso di casa che oggi sembra raro.
Un sapore che non si dimentica
Chi è cresciuto con questa merenda difficilmente l’ha dimenticata. È rimasta nelle pieghe della memoria come un sapore che nessuna industria può riprodurre. È il gusto dell’infanzia, ma anche della condivisione, bastava un piatto, un coltello e lo si divideva in quattro, in cinque, anche in sei. E ognuno prendeva un morso, con le dita unte e il sorriso sporco di sugo.
Era anche una merenda di racconti. Spesso, mentre si mangiava, la nonna raccontava storie. Di quando era bambina lei, di come si faceva il pane in casa, di come bastava un po’ di salsa per sentirsi ricchi. E quelle parole si mischiavano al profumo del basilico fresco, del pomodoro scottato, del pane appena tostato.
Oggi che fine ha fatto quella merenda?
Oggi viviamo nell’epoca delle merende veloci, impacchettate, calibrate. Ma “pane e sugo” sopravvive nei ricordi, e torna ogni volta che, per nostalgia o per amore, decidiamo di rievocare quel gesto semplice. Qualcuno lo prepara ancora, la domenica sera, con gli avanzi del pranzo. Qualcun altro lo ha riscoperto durante una cena tra amici, come piccola provocazione contro l’eccesso del moderno.
È il profumo che ci riporta a una cucina umile, vera, dove c’era sempre posto per uno in più.