SVIMEZ 2019, continua la fuga dei giovani

La Fuga dei cervelli, lo spopolamento, l'abbandono dei borghi, il conseguente invecchiamento della popolazione, sono argomenti trattati più volte ed analizzati in più occasioni. Si è più volte rimarcato come l'abbandono dei giovani, il ritorno all'emigrazione silente e continua rappresenti un grande ostacolo per la ripresa. Una terra senza giovani è una terra senza futuro, senza speranza. Il ceto politico deve dare delle risposte, certe e veloci avviando delle politiche mirate a ridimensionare un fenomeno che non può essere più sottovalutato.
Ed anche l'ultimo rapporto dello Svimez sull'economia nel Mezzogiorno relativo all'anno 2018 conferma ancora una volta il triste primato della Calabria nell'essere la Regione con il più alto tasso di abbandono giovanile in tutto il Sud.
Il 2019 vede il Sud entrare in "recessione", con un Pil stimato in calo dello 0,2%, a fronte del +0,3% del Centro-Nord (+0,2% la media nazionale). E' quanto emerge dal Rapporto Svimez, che segnala per il 2020 una "debole ripresa": con il Mezzogiorno che crescerà non oltre lo 0,2% (a fronte dello 0,6% dell'Italia nel complesso). Come se non bastasse, "dall'inizio del nuovo secolo hanno lasciato il Mezzogiorno 2 milioni e 15 mila residenti, la metà giovani fino a 34 anni, quasi un quinto laureati", avverte il Rapporto, che lancia l'allarme sulla "trappola demografica": la novità, si spiega, è "che il contributo garantito dalle donne straniere non è più sufficiente a compensare la bassa propensione delle italiane a fare figli".
"Le partenze più consistenti - si legge nella relazione -avvengono dalle regioni più grandi come la Campania con 31,4 mila unità, la Sicilia con 26,4 mila e la Puglia con 19,6 mila unità; a esse si unisce la Calabria (13,9 mila) che presenta il più elevato tasso migratorio, 4,0 per mille, seguita dalla Basilicata (3,8 per mille) e dal Molise (3,0 per mille). La Lombardia è la meta preferita da coloro che lasciano una regione del Mezzogiorno, quasi un terzo del totale; meno attraenti risultano, invece, le regioni del Nord-Est, a vantaggio di quelle del Centro, tra le quali, il Lazio si conferma stabilmente, con quasi un quinto del totale, la seconda regione di destinazione degli emigrati dalle regioni del Mezzogiorno".
Si riallarga infine il gap occupazionale tra Sud e Centro-Nord: "nell'ultimo decennio è aumentato dal 19,6% al 21,6%: ciò comporta che i posti di lavoro da creare per raggiungere i livelli del Centro-Nord sono circa 3 milioni". La Svimez giudica "utile il Reddito di cittadinanza" ma sostiene che "la povertà non si combatte solo con un contributo monetario: occorre ridefinire le politiche di welfare ed estendere a tutti in egual misura i diritti di cittadinanza".
Nel rapporto si evince anche che la nuova emigrazione "sia figlia dei profondi cambiamenti intervenuti nella società meridionale, un’area che sta invecchiando e che non si dimostra in grado di trattenere la sua componente più giovane (dai 18 ai 35 anni), sia quella con un elevato grado di istruzione e formazione, sia coloro che hanno orientato la formazione verso le arti e i mestieri".