Era un 52enne di Acri, attivo all’interno di un patronato, il regista del sistema di falsificazione scoperto dai Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza. L’uomo è stato posto agli arresti domiciliari con l’accusa di falso materiale commesso dal privato in atto pubblico, frode processuale e falsa perizia per induzione. Secondo quanto emerso nel corso di una conferenza stampa alla Procura di Cosenza, il 52enne avrebbe prodotto numerosi documenti sanitari falsi, apparentemente rilasciati da strutture pubbliche anche fuori regione, da allegare ai ricorsi presentati al Tribunale civile di Cosenza – sezione lavoro.

Indennità ottenute con documenti sanitari falsi

L’obiettivo era indurre in errore i periti nominati dai giudici per ottenere prestazioni previdenziali e assistenziali, come indennità di invalidità civile e accompagnamento. Le indagini, coordinate dal procuratore Vincenzo Capomolla, hanno permesso di accertare circa quaranta ricorsi corredati da documentazione falsa e oltre cento persone indagate, tra presunti beneficiari e soggetti coinvolti a vario titolo. In altri casi, le anomalie erano state rilevate direttamente in udienza, bloccando l’erogazione dei contributi e portando alle segnalazioni alla Procura.

Sequestrati 1,5 milioni di euro e perquisizioni in corso

Contestualmente all’arresto, è stato disposto un sequestro preventivo d’urgenza di 1.554.763,94 euro, somma ritenuta equivalente alle prestazioni previdenziali indebitamente percepite. Le perquisizioni in corso avrebbero inoltre fatto emergere una disponibilità economica considerevole, ancora in fase di quantificazione. Le indagini, che coprono un arco temporale di tre anni, hanno riguardato esclusivamente ricorsi presentati nella provincia di Cosenza.

“Era un sistema collaudato – ha dichiarato il procuratore Capomolla – che si basava su documenti totalmente falsi. In alcuni casi le richieste hanno portato a benefici economici, in altri no, ma tutti i soggetti coinvolti sono ora oggetto di ulteriori approfondimenti investigativi.”