docenti, idonei e precari
docenti, idonei e precari

Il fallimento del Ministero: tra concorsi fantasma e decisioni incoerenti

Dalle graduatorie mai pubblicate del concorso PNRR1 agli errori clamorosi del PNRR2, il Ministero dell’Istruzione continua a dimostrare una gestione approssimativa della scuola italiana. A farne le spese sono docenti, idonei e precari, costretti a subire le conseguenze di scelte sbagliate e mancanza di programmazione. Il caso degli idonei del PNRR1 è emblematico: dopo aver superato le prove, attendono ancora l'uscita delle graduatorie definitive, senza alcuna trasparenza né certezza sulle tempistiche. Come se non bastasse, lo stesso Ministero ha indetto un nuovo concorso per le medesime classi di concorso, ignorando totalmente chi ha già dimostrato competenza e preparazione.

 Errori, umiliazioni e una scuola che perde pezzi

La gestione del PNRR2 ha mostrato un altro lato del caos ministeriale: domande errate, candidati costretti a recarsi nuovamente nella sede d’esame per rispondere a un solo quesito, disagi e umiliazioni che si aggiungono alla frustrazione già accumulata. Una macchina burocratica che sembra non riconoscere l’impatto delle sue inefficienze su chi ogni giorno è pronto a salire in cattedra. Nel frattempo, le scuole rimangono con cattedre vacanti, i contratti sono sempre più precari e le promesse di stabilizzazione restano solo parole. Paradossalmente, chi ha vinto un concorso oggi si trova ancora più invisibile di prima.

La voce degli idonei: “Noi non ci fermiamo”

A dare voce a questo disagio, con coraggio e determinazione, sono i referenti del Movimento Idonei del mondo della scuola: Alessandro Molinaro, Domenico Massarini e Simona Aloe. Attraverso azioni concrete, interventi pubblici e mobilitazioni, denunciano un sistema che penalizza chi ha già dimostrato valore e merito. “Siamo stanchi di subire – affermano – ma non smetteremo di lottare finché non otterremo ciò che ci spetta: trasparenza, assunzioni, rispetto”. La loro battaglia non è solo per una categoria, ma per l’intero sistema scolastico: perché la scuola si costruisce con le persone, non con la burocrazia. E loro ci sono. Pronti a insegnare. Pronti a farsi sentire.