Il rettore Cuda: “Nessuna moschea smantellata all’Università di Catanzaro, solo rimossa una targa fraintesa”
Il chiarimento del rettore dell’Università Magna Graecia dopo le polemiche sollevate dalla Lega
«Non abbiamo smantellato una moschea ma soltanto rimosso una cartellonistica che poteva generare, così come ha fatto, interpretazioni errate e faziose». Con queste parole il rettore dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, Giovanni Cuda, ha voluto chiarire quanto accaduto dopo la diffusione, sui profili social della Lega, di un post che annunciava lo smantellamento della “moschea” inaugurata lo scorso 27 ottobre all’interno del campus universitario. La targa in questione riportava proprio la dicitura “moschea”, poi rimossa.
“Abbiamo garantito un diritto costituzionale”
Cuda ha invitato a smorzare i toni e riportare la vicenda alla sua reale dimensione, spiegando che l’intervento dell’ateneo non ha mai riguardato la chiusura dello spazio di preghiera. «Da rettore – ha dichiarato – ho voluto solo garantire ciò che è sancito dall’articolo 19 della Costituzione, ovvero la libertà di culto religioso».
Il rettore ha precisato che, nella tradizione islamica, il termine “moschea” viene usato per indicare qualsiasi luogo dedicato alla preghiera, ma nel caso specifico si tratta di una “musalla”, ovvero una piccola area dove i fedeli si riuniscono per pregare. «La rimozione della cartellonistica – ha aggiunto – è avvenuta prima dell’interrogazione parlamentare dell’onorevole Sasso».
“Una scelta giusta e saggia”
Il rettore si è detto amareggiato per le polemiche che hanno travolto l’Ateneo e per il clima di tensione che si è generato attorno all’iniziativa. «Continuo a credere che la nostra sia stata una scelta giusta e saggia – ha affermato Cuda –. Mi scuso con quanti hanno dovuto subire pressioni, perché non è un delitto poter pregare o esprimere liberamente la propria fede. Abbiamo una comunità significativa di studenti e dipendenti di religione islamica, ed era giusto offrire loro uno spazio di raccoglimento e silenzio».
“Una lezione di tolleranza”
Nelle battute finali del suo intervento, Cuda ha voluto lanciare un messaggio simbolico sul valore della convivenza religiosa: «Un mio amico mi ha raccontato che a Teheran una fermata della metropolitana è stata intitolata alla Vergine Maria, di fronte a una chiesa armena. Vorrei chiedere al dottor Sasso cosa ne pensa di questa idea, o se intenda presentare un’interrogazione parlamentare anche su questo».
Parole che chiudono, almeno per ora, una vicenda che ha acceso un ampio dibattito sul rapporto tra libertà religiosa, laicità delle istituzioni e convivenza culturale, temi che toccano da vicino anche il mondo accademico calabrese.