Valeria Chiappetta, la madre della neonata Sofia rapita dalla clinica Sacro Cuore di Cosenza da Rosa Vespa e ritrovata poche ore dopo grazie all’intervento della polizia, è ancora profondamente scossa per quanto accaduto. La donna ha deciso di avvalersi dell’assistenza legale, affidandosi all’avvocato Chiara Penna.

«La mia assistita ha piena fiducia negli inquirenti – ha dichiarato l’avvocato Penna – ma ritiene opportuno avvalersi di una difesa tecnica e di propri consulenti. La nostra attività sarà di supporto e affiancamento rispetto a quella del pubblico ministero, ed eventualmente di integrazione ad essa». L’avvocato ha inoltre anticipato che Valeria Chiappetta potrebbe presentare a breve un atto integrativo di querela, «per portare all’attenzione dell’Autorità giudiziaria nuove circostanze che meritano un approfondimento, anche in relazione ad altri possibili soggetti coinvolti».

La famiglia vuole chiarezza: Rosa Vespa ha agito da sola?

La famiglia di Sofia intende capire se Rosa Vespa, arrestata per il rapimento, abbia agito da sola o abbia ricevuto aiuto da altre persone, magari tra il personale della clinica. Il giudice per le indagini preliminari (Gip) di Cosenza ha intanto confermato la custodia cautelare in carcere per Rosa Vespa, mentre ha disposto la scarcerazione immediata del marito Moses Omogo Chidiebere, che ha sempre dichiarato di non sapere nulla delle azioni della moglie.

Le motivazioni del Gip: «rapporto di coppia asimmetrico»

Nell’ordinanza di scarcerazione del marito, il Gip Pingitore ha evidenziato il rapporto di coppia sbilanciato tra i due coniugi, descrivendo Chidiebere come «pienamente accondiscendente e fiducioso nei confronti della moglie». Secondo il giudice, l’uomo era probabilmente influenzato dalla Vespa, suo unico punto di riferimento familiare e affettivo in Italia. «Non è irragionevole il suo completo affidarsi alle parole della moglie – si legge nell’ordinanza – la quale, consapevole della sua influenza, ne approfittava imbastendo, mese dopo mese, quella folle sceneggiata».

Il Gip ha anche sottolineato come Chidiebere possa non essersi accorto del finto stato di gravidanza della moglie. «Questo è stato possibile – scrive – in ragione della trasformazione fisica subita dalla Vespa, del tutto analoga a quella delle donne incinte».

Rosa Vespa e il disagio psicologico: chiesta perizia psichiatrica

Rosa Vespa, 52 anni, si trova ora nel carcere di Castrovillari. La donna ha descritto il suo stato di profondo disagio psicologico, spiegando di essersi sentita «una donna a metà» per non essere riuscita a costruire una famiglia con figli. Per questo, il legale della Vespa ha richiesto una perizia psichiatrica per valutare lo stato mentale della donna al momento dei fatti. Intanto, le indagini proseguono per fare piena luce sul rapimento di Sofia e per accertare eventuali responsabilità di altri soggetti.