Roberto Occhiuto: ascesa, governo e dimissioni del presidente della Regione Calabria
Dalla Democrazia cristiana alla guida della Calabria, passando per l’Udc e Forza Italia: storia e trasformazioni di un politico calabrese che ha segnato un ventennio tra Roma e Cosenza, fino all’annuncio delle dimissioni nel 2025

Roberto Occhiuto nasce a Cosenza il 15 maggio 1969. Dopo gli studi in economia e commercio, comincia giovanissimo la carriera politica, radicandosi nel solco della tradizione centrista. Il suo primo incarico pubblico risale al 1993, quando viene eletto consigliere comunale a Cosenza con la Democrazia Cristiana, ruolo che manterrà fino al 1997.
Con la fine della Dc, si colloca in quell’area di centro cattolico che cerca nuova forma nei partiti post-democristiani: aderisce inizialmente al Partito Popolare Italiano, quindi ai Cristiani Democratici Uniti e infine si avvicina alla coalizione di centrodestra.
La carriera regionale: Forza Italia, Udc e il Consiglio della Calabria
Il vero debutto in politica regionale avviene nel 2000, quando viene eletto consigliere regionale con Forza Italia, risultando uno dei più giovani eletti della legislatura. Due anni dopo, Occhiuto aderisce all’Udc di Pier Ferdinando Casini, partito in forte crescita all’epoca nell’area moderata.
Nel 2005 si ricandida con successo al Consiglio regionale della Calabria e ottiene oltre 16.200 preferenze, un risultato che lo consacra tra i leader emergenti del partito. In quell’occasione viene anche nominato vicepresidente del Consiglio regionale, ruolo che rafforza la sua visibilità politica e lo proietta verso i palcoscenici nazionali.
Il passaggio a Roma: da deputato Udc a volto di Forza Italia
Nel 2008 arriva per Occhiuto l’elezione alla Camera dei Deputati nelle file dell’Udc. In Parlamento si occupa di tematiche economiche e di coesione territoriale, senza però rinunciare al legame con la sua Calabria. È in questi anni che tenta una sfida a livello locale: si candida infatti alla presidenza della Provincia di Cosenza nel 2009, ma viene sconfitto.
Nel 2013 rompe con l’Udc e ritorna in Forza Italia, allora rilanciata da Silvio Berlusconi dopo la parentesi del Popolo della Libertà. Rientra alla Camera nel 2014, subentrando a Lorenzo Cesa. È la svolta definitiva: da quel momento Occhiuto diventa uno dei riferimenti nazionali del partito, portando avanti un profilo politico moderato, tecnocratico e sempre più manageriale.
Alle elezioni politiche del 2018 viene rieletto deputato e nel marzo 2021 assume il ruolo di capogruppo di Forza Italia alla Camera, gestendo i rapporti con gli altri partiti della coalizione e consolidando la propria leadership interna.
La scalata alla Regione Calabria e la vittoria del 2021
Nel 2021, dopo la morte della presidente Jole Santelli, Roberto Occhiuto viene indicato da Forza Italia come candidato alla presidenza della Regione Calabria. La scelta è condivisa dall’intero centrodestra: Lega, Fratelli d’Italia, UDC, Noi con l’Italia e formazioni civiche si uniscono nel suo sostegno.
La campagna elettorale è sobria, mirata, con toni moderati e proposte concrete. Occhiuto punta su sanità, infrastrutture, rifiuti e utilizzo dei fondi europei. Alle elezioni del 3-4 ottobre 2021, ottiene una vittoria netta con il 54,5% dei voti, doppiando la candidata del centrosinistra Amalia Bruni.
Una volta insediato alla guida della Regione, il governo nazionale lo nomina commissario straordinario alla sanità calabrese, affidandogli poteri eccezionali per risanare un sistema in crisi da anni. L’obiettivo è ambizioso: chiudere la stagione del commissariamento e rilanciare la sanità pubblica.
Il governo regionale: sanità, Pnrr e relazioni istituzionali
Durante il suo mandato, Roberto Occhiuto si distingue per una gestione pragmatica e tecnocratica. Porta avanti la riorganizzazione delle aziende sanitarie, avvia la digitalizzazione dei servizi, ottiene l’approvazione dei bilanci consolidati della sanità, passo necessario per uscire dal commissariamento iniziato nel 2009.
Spinge sull’uso dei fondi del Pnrr per infrastrutture sanitarie, logistica, trasporti e digitalizzazione. Rafforza i rapporti con il governo centrale, partecipando attivamente alle decisioni sulla spesa pubblica e assumendo un ruolo sempre più centrale nel coordinamento della Conferenza delle Regioni.
Nel febbraio 2024 viene eletto vicesegretario nazionale di Forza Italia, divenendo di fatto il numero due del partito dopo Antonio Tajani.
L’inchiesta e le dimissioni: il 2025 segna lo stop
Nel giugno 2025 la Procura di Catanzaro comunica a Occhiuto un avviso di garanzia per corruzione. L’indagine riguarda presunti rapporti illeciti tra imprenditori, politici locali e membri dello staff del presidente durante la campagna elettorale del 2021. Gli inquirenti ipotizzano anche l’utilizzo distorto di fondi pubblici per favorire aziende vicine alla sua area politica.
Il 31 luglio 2025, Occhiuto diffonde un videomessaggio sui social: annuncia le dimissioni da Presidente della Regione Calabria, ma conferma la volontà di ricandidarsi. Nel video afferma:
“Sono sempre stato rispettoso della magistratura, ma non lascerò che siano gli avvisi di garanzia a decidere il futuro della Calabria. Toccherà ai calabresi scegliere, ancora una volta.”
Le sue dimissioni aprono la strada alle elezioni anticipate, previste indicativamente per la fine di settembre o i primi giorni di ottobre. Il centrodestra è ora chiamato a decidere se confermare la fiducia a Occhiuto o scegliere un nuovo candidato.
Roberto Occhiuto: il bilancio politico
Nel corso di oltre trent’anni di carriera politica, Roberto Occhiuto ha attraversato tutti i livelli istituzionali: dal consiglio comunale al parlamento, fino alla guida di una Regione. È stato protagonista della trasformazione di Forza Italia dopo Berlusconi, ed è riuscito a imporsi come un profilo manageriale, poco incline ai populismi ma molto attento all’efficienza amministrativa.
La sua figura divide: per alcuni rappresenta la serietà della buona politica, per altri incarna un sistema di potere troppo autoreferenziale. Le elezioni anticipate del 2025 saranno il banco di prova definitivo per il suo futuro politico.