Pomodoro cinese: un'invasione che mette a rischio il "Made in Italy"
Il pomodoro cinese invade i mercati, minacciando l'eccellenza del Made in Italy e sfruttando manodopera a basso costo: servono azioni concrete per proteggere l'agricoltura italiana
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L'allarme è alto: il pomodoro cinese sta invadendo i nostri mercati, mettendo a rischio la qualità dei prodotti italiani e sfruttando migliaia di braccianti. La crescente concorrenza sleale sta penalizzando gli agricoltori italiani, che si trovano ad affrontare sfide sempre più difficili per mantenere il valore del pomodoro italiano sul mercato.
Pomodoro cinese
L'invasione del pomodoro cinese
Secondo i dati Coldiretti, le importazioni di pomodoro dalla Cina sono aumentate del 164% nell'ultimo anno, raggiungendo quasi il 15% della produzione nazionale. Nel solo anno passato, l'Italia ha importato 85 milioni di chili di pomodoro trasformato cinese, un dato che preoccupa fortemente l'intero settore agricolo nazionale. Le importazioni così massicce rischiano di compromettere la competitività e la qualità dei prodotti italiani.
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I costi economici e sociali della produzione cinese
Il pomodoro cinese viene venduto a un prezzo significativamente inferiore rispetto a quello italiano, con un abbattimento dei costi di circa il 30%. Questo abbassamento del prezzo è il risultato di una produzione intensiva che sfrutta manodopera a basso costo e utilizza sostanze chimiche che, spesso, sono vietate in Europa. Dietro il costo ridotto, si nasconde un grave sfruttamento dei lavoratori, che sono costretti a turni massacranti, salari miseri e alloggi inadeguati. La raccolta del pomodoro cinese, infatti, è organizzata in condizioni disumane, simili a quelle di una fabbrica a cielo aperto, dove i braccianti vengono trattati come schiavi.
Le frodi sul mercato e il danno ai consumatori
Un altro grave rischio riguarda la miscelazione del pomodoro cinese con quello italiano. In molti casi, il pomodoro importato dalla Cina viene venduto come prodotto 100% made in Italy, ingannando i consumatori. Inoltre, alcuni prodotti vengono inscatolati in Italia per essere successivamente esportati in Paesi africani, dove vengono commercializzati come prodotti italiani di alta qualità. Questo processo di dumping non danneggia solo i consumatori africani, ma anche gli agricoltori italiani che si trovano a competere con un prodotto di bassa qualità e a prezzi più bassi.
La necessità di azioni concrete
Per contrastare questa emergenza, è fondamentale attuare azioni concrete, come l'intensificazione dei controlli lungo tutta la filiera del pomodoro, la tutela dei diritti dei lavoratori e il sostegno ai produttori italiani. Inoltre, è essenziale sensibilizzare i consumatori sull'importanza di scegliere prodotti locali e di qualità. Solo con un impegno collettivo sarà possibile riportare il pomodoro italiano al suo antico splendore e garantire un futuro sostenibile per l'agricoltura del nostro Paese.