Ergastolo per quattro esponenti della ’ndrangheta: condannati per due omicidi del 2012 a Vibo Valentia
Il gup distrettuale di Catanzaro infligge il carcere a vita a Francesco Alessandria, Rosario Battaglia e ai fratelli Salvatore e Saverio Patania per gli omicidi di Davide Fortuna e Mario Longo
Quattro ergastoli per due omicidi che sconvolsero Vibo Valentia nel 2012. Il gup distrettuale di Catanzaro ha condannato all’ergastolo Francesco Alessandria, 55 anni, Rosario Battaglia, 41, e i fratelli Salvatore e Saverio Patania, 47 e 49 anni. Le condanne arrivano al termine del processo con rito abbreviato nell’ambito dell’inchiesta “Portosalvo”, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.
Le vittime furono Davide Fortuna, 31 anni, ucciso brutalmente in spiaggia sotto gli occhi della moglie e dei figli, e Mario Longo, 50 anni, assassinato nella frazione Triparni mentre era alla guida della sua auto.
La ricostruzione della Dda: omicidi per il controllo del territorio
Secondo la ricostruzione accusatoria, gli omicidi rientravano nella spirale di violenza generata da uno scontro interno alla ’ndrangheta vibonese. Un conflitto per il controllo delle attività illecite nel territorio, che nel 2012 raggiunse uno dei suoi punti più drammatici. La Dda ha ritenuto i quattro imputati pienamente responsabili dei due agguati, motivando la richiesta di ergastolo poi accolta dal giudice.
La spietatezza dei delitti, compiuti in pieno giorno e in contesti familiari e residenziali, rappresentò uno dei momenti più cupi nella storia recente della criminalità organizzata del Vibonese.
La sentenza e il peso delle responsabilità accertate
Il gup ha condiviso in toto l’impianto accusatorio, riconoscendo la gravità delle condotte e la loro matrice mafiosa. La decisione di comminare quattro ergastoli conferma la solidità dell’inchiesta “Portosalvo” e segna un passaggio significativo nella risposta giudiziaria alla violenza delle cosche.
Con questa sentenza si chiude un capitolo giudiziario durissimo, che richiama tuttavia un contesto di criminalità ancora radicato e che continua a richiedere un forte presidio investigativo e istituzionale nell’area di Vibo Valentia.