Ambiente e dissesto idrogeologico: la fragile geografia calabrese
Una sfida che intreccia territorio, economia e futuro sostenibile

La Calabria è da anni tra le regioni italiane più esposte ai fenomeni di dissesto idrogeologico: frane, smottamenti, erosioni costiere e alluvioni non sono eventi occasionali, ma componenti fissi del suo assetto ambientale. Le caratteristiche geomorfologiche – pendii ripidi, terreni fragili, spogliamenti boschivi – si combinano con precipitazioni intense e improvvise, rendendo il rischio idrogeologico non più emergenza, ma condizione strutturale. In questa cornice, molte aree urbane e rurali restano vulnerabili, con abitazioni, strade e infrastrutture costantemente minacciate.
Le risorse stanziate e le politiche di intervento
Per far fronte a questo dissesto, lo Stato ha destinato più di 500 milioni di euro per interventi di manutenzione, mitigazione e messa in sicurezza delle aree più critiche. A livello regionale, la Calabria ha attivato il Piano Operativo “Ambiente” che finanzia opere contro l’erosione costiera, azioni di difesa del suolo e progetti idraulici su corsi d’acqua minori. Inoltre, una struttura speciale del Commissario di governo coordina lavori su collettori, regimazioni idrauliche e adeguamento di scaricatori, con l’obiettivo di ridurre l’impatto dei fenomeni alluvionali.
Le criticità che affondano lo sviluppo
Nonostante le risorse, molte opere restano ferme o inefficaci: ritardi nella progettazione, complicazioni burocratiche e fondi insufficienti frenano il progresso. In molti casi si assiste a interventi spot che non incidono sul quadro generale. Il risultato sono comuni che continuano a presentare segni di cedimenti, versanti che si degradano lentamente, zone costiere che perdono terreno verso il mare. Questo dissesto non è solo un danno ambientale: è un limite evidente alla crescita, all’attrattività turistica e alla sicurezza delle comunità.
Cultura della manutenzione: la sola via per cambiare
Gli esperti e le associazioni ambientali insistono su un punto: non bastano le risorse, serve una cultura della prevenzione. Occorre valorizzare la competenza tecnica, semplificare le procedure e introdurre controlli severi. È indispensabile che ogni intervento sia accompagnato da monitoraggi continui e che le amministrazioni locali assumano responsabilità reali nella cura del territorio. In molte aree della Calabria si chiede che non si ripeta l’errore di agire solo dopo le crisi, ma che la manutenzione diventi prassi stabile.
Un rischio che pesa sulle comunità
Quando interi quartieri si spostano, strade collassano o opere pubbliche cedono, il danno umano è forte: famiglie costrette a evacuazioni, imprese ferme, raccolti distrutti, viabilità compromessa. I cittadini spesso vivono in bilico, contando sull’intervento delle istituzioni per non perdere tutto. In aree dell’entroterra e della costa, il dissesto rende più difficile fronteggiare anche crisi sociali ed economiche, amplificando disuguaglianze territoriali.
Una sfida che vale il futuro
Il dissesto idrogeologico in Calabria non è solo un problema tecnico, ma un nodo centrale per il suo avvenire. Difesa del suolo, tutela dell’acqua, rigenerazione urbana, agricoltura sostenibile e turismo sono legati a una geografia che va protetta, non trascurata. Solo con visione, rigore gestionale e coraggio politico si può trasformare la fragilità in opportunità: salvaguardare chi vive questi territori e rendere la Calabria meno esposta, più sicura e realmente protagonista del proprio sviluppo.