Troppi calabresi in cura al Nord, l’Emilia-Romagna corre ai ripari con un’intesa storica
L’intesa punta a ridurre gli spostamenti dei pazienti calabresi verso il Nord e a rafforzare i servizi sanitari regionali attraverso una cooperazione strutturata tra Emilia-Romagna e Calabria
La Calabria sarà la prima regione del Mezzogiorno a siglare un accordo con l’Emilia-Romagna per la gestione condivisa della mobilità sanitaria. L’intesa, annunciata dal presidente emiliano Michele de Pascale nel corso della trasmissione Restart su RaiTre, punta a regolare i flussi di pazienti calabresi che si recano al Nord per ricevere cure, riducendo gli spostamenti impropri e sostenendo la Calabria nel potenziamento dei propri servizi ospedalieri e territoriali.
Ospedali emiliani sotto pressione per l’arrivo di pazienti da fuori regione
De Pascale ha evidenziato come l’eccellenza sanitaria dell’Emilia-Romagna, storicamente motivo di orgoglio, stia oggi affrontando una nuova sfida: l’alto numero di pazienti provenienti da altre regioni. “Abbiamo superato la Lombardia per ingressi da fuori – ha spiegato – ma questo non è un guadagno, è un problema di organizzazione. I nostri servizi devono restare di eccellenza per tutti, ma occorre un equilibrio territoriale per non sovraccaricare il sistema”.
Un modello di collaborazione tra Nord e Sud
L’accordo con la Calabria sarà il primo passo verso un modello di cooperazione tra regioni per gestire in modo più equo la mobilità sanitaria e rafforzare i sistemi locali. “Non vogliamo chiudere le porte ai pazienti del Sud – ha chiarito de Pascale – ma aiutare le regioni a strutturare i propri servizi. I nostri ospedali sono un patrimonio nazionale, non solo dell’Emilia-Romagna”. L’intesa rappresenta un segnale politico e istituzionale importante, volto a ridurre le disuguaglianze nell’accesso alle cure e a garantire una sanità più equilibrata e solidale lungo tutto il Paese.