Qualità della vita 2025, Calabria ancora in coda: Reggio ultima per il secondo anno consecutivo
L’indagine del Sole 24 Ore conferma il divario tra Nord e Sud. Le province calabresi restano nelle ultime posizioni
Trento, Bolzano e Udine guidano la trentaseiesima edizione della Qualità della Vita del Sole 24 Ore, l’indagine che dal 1990 misura i livelli di benessere nelle province italiane. Anche quest’anno la top ten è dominata dal Nord, con Bologna quarta, Milano ottava e diverse province venete e lombarde nelle prime posizioni. Parma chiude la classifica delle migliori dieci, a conferma di un equilibrio territoriale che premia i contesti più competitivi sul piano economico, culturale e dei servizi.
Il Mezzogiorno fanalino di coda
L’analisi evidenzia ancora una volta la profonda distanza tra Nord e Sud. Cagliari, al 39° posto, è la prima provincia meridionale in graduatoria, ma subito dopo la classifica scivola verso le ultime posizioni occupate da quasi tutte le realtà del Mezzogiorno. Bari perde due posizioni, Catania arretra di tredici, Palermo e Napoli si collocano rispettivamente al 97° e al 104° posto.
Calabria, ancora segnali di crisi strutturale
È proprio in Calabria che la fotografia della qualità della vita appare più preoccupante. Reggio Calabria si conferma ultima tra le 107 province italiane, replicando il risultato negativo del 2024. Il dato non è solo simbolico: rappresenta il persistere di criticità radicate che riguardano la carenza di servizi, la fragilità del tessuto economico e le difficoltà legate alla gestione del territorio e delle infrastrutture.
Le altre province calabresi non mostrano risultati migliori: anche Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia e Crotone restano stabilmente nella parte bassa della graduatoria, a testimonianza di un disagio diffuso e di una distanza crescente rispetto ai territori più dinamici del Paese.
Il divario Nord-Sud e la sfida del riscatto
L’indagine del Sole 24 Ore conferma che la qualità della vita in Italia continua a seguire una linea di frattura geografica netta. Mentre le città del Nord consolidano la loro attrattività grazie a servizi efficienti, offerta culturale, opportunità di lavoro e qualità ambientale, il Sud — e in particolare la Calabria — rimane indietro, soffrendo la mancanza di infrastrutture, l’inefficienza dei servizi sanitari e amministrativi, e la scarsa attrattività per giovani e imprese.
Un richiamo alle istituzioni
Il risultato, seppur atteso, lancia un segnale chiaro alle istituzioni regionali e nazionali: senza una politica di coesione territoriale efficace, capace di investire in formazione, sanità e sviluppo locale, la forbice tra Nord e Sud continuerà ad allargarsi. Per la Calabria, la sfida resta quella di trasformare la consapevolezza del disagio in un piano concreto di rilancio che restituisca fiducia, servizi e prospettive alle comunità locali.