L'ospedale di Cosenza
L'ospedale di Cosenza

Egregio Direttore,
mi perdoni se approfitto della sua sensibilità e professionalità, ma le chiedo con il cuore in mano di pubblicare questa mia lettera e indirizzarla al Presidente Roberto Occhiuto, sicuramente ignaro di quanto accade presso l’Azienda Ospedaliera di Cosenza. Non posso più tacere: si tratta di mio marito, malato oncologico, che si è trovato a vivere una situazione inaccettabile.

Mio marito è in cura presso il reparto di Oncologia del Mariano Santo di Cosenza. Gli è stata prescritta una Tc encefalo con torace e addome, prenotata dallo stesso reparto per il giorno 2 ottobre 2025 presso l’ospedale Annunziata di Cosenza. Il giorno stabilito ci presentiamo puntuali alle ore 9:00 in Neuroradiologia, con impegnativa e fogli di prenotazione in regola. Dopo aver fatto la fila, al momento dell’accettazione l’operatore ci informa che l’esame risultava disdetto, senza alcuna spiegazione.

Disguidi, attese e disorganizzazione

Insisto, mostrando i documenti con data e luogo corretti, e chiedo di poter parlare con il primario, che però in quel momento era assente. Veniamo invitati a rivolgerci al Direttore Sanitario, il quale – con grande disponibilità – fa rifare la prenotazione sia per la TC encefalo che per quella addome, per lo stesso giorno. Entrambi gli esami risultavano infatti disdetti, ma nessuno ci ha saputo spiegare da chi o per quale motivo.

Inizia così un continuo salire e scendere tra reparti, con mio marito già provato dalla malattia. Ci rechiamo per la TC addome, ma al momento di eseguire la TC encefalo ci viene detto che avremmo dovuto fare prima quest’ultima e poi l’addome, per evitare due somministrazioni di contrasto. Mio marito, stremato, voleva andarsene con l’ago cannula ancora al braccio. Il personale della segreteria ci rassicura con gentilezza, spiegando che comunque l’esame encefalo sarebbe stato eseguito, nonostante l’ordine invertito.

Ci sediamo in attesa. Passa oltre mezz’ora, durante la quale assistiamo a discussioni burocratiche tra operatori. Un infermiere ci dice apertamente che la nostra non è una situazione isolata: tutti gli esami provenienti dal Mariano Santo risultano disdetti da tempo, e che il problema va avanti da mesi.

Una vicenda che chiama in causa responsabilità precise

Alla fine, mio marito riesce a fare la TC addome e poi la TC encefalo, ma senza la parte “senza contrasto”, risultando così un esame incompleto. Mi chiedo: com’è possibile che problemi così gravi si ripetano da mesi senza che il primario del reparto intervenga? Perché nessuno si assume la responsabilità di garantire un percorso ordinato ai pazienti più fragili?

Ringrazio sinceramente il Direttore Sanitario e il personale della segreteria, che hanno mostrato disponibilità e rispetto, ma non posso dire lo stesso per il resto del reparto: nessuno ha chiesto scusa, né a me né a mio marito. Il primario non si è fatto vedere, mentre nei corridoi volavano urla e nervosismo. Tutto questo ricade su di noi pazienti, che non possiamo permetterci errori e rinvii.

Un appello per cambiare le cose

I problemi non si risolvono rimandandoli, perché poi le conseguenze le paghiamo noi, spesso già provati dalla malattia. Ognuno dovrebbe assumersi le proprie responsabilità e lavorare con più coscienza e rispetto per le persone.

Mi auguro che, tramite questa lettera, il Presidente Roberto Occhiuto voglia ascoltare la nostra voce e concedermi un incontro per raccontargli direttamente la verità dei fatti. Lo devo a mio marito e a tutti i pazienti che ogni giorno affrontano non solo la malattia, ma anche un sistema che troppo spesso li lascia soli.