Incendio doloso distrugge uliveto confiscato alla 'ndrangheta: la lotta per la legalità non si ferma
L'uliveto in questione è uno dei tanti terreni confiscati

Un nuovo incendio ha devastato un uliveto confiscato alla 'ndrangheta e gestito dalla cooperativa Valle del Marro Libera Terra. Questa volta, le fiamme, di probabile origine dolosa, hanno colpito un uliveto di 11 ettari nella località Baronello, frazione di Castellace, nel comune di Oppido Mamertina, in provincia di Reggio Calabria. L’incidente arriva a pochi giorni dal rogo che ha distrutto una coltivazione di grano a Gioia Tauro, un altro terreno sottratto ai clan della criminalità organizzata e restituito alla collettività.
L'uliveto in questione è uno dei tanti terreni confiscati, oggi in gestione alla cooperativa che opera nella Piana di Gioia Tauro, un’area simbolo della lotta alla ‘ndrangheta, dove la cooperativa coltiva oltre 100 ettari di terre che un tempo appartenevano ai clan mafiosi.
Il danno causato dal rogo
Secondo quanto riportato dall’associazione Libera Calabria, le fiamme hanno mandato in fumo circa 830 alberi d'olivo su quasi 4 ettari di terreno. L’incendio ha colpito principalmente la parte pianeggiante, dove si concentrava la maggior parte del raccolto. Si stima che la perdita complessiva ammonti a circa 20.000 kg di olive, con un impatto significativo sulla produzione futura delle piante. I danni non si limiteranno al raccolto di quest’anno: si prevede un lungo periodo di recupero, con le piante che potranno tornare alla piena produttività solo tra tre anni.
L’incendio di Baronello segue altri episodi di vandalismo e intimidazione. Qualche giorno fa, infatti, un altro incendio ha distrutto oltre 5 ettari di grano biologico coltivato a Gioia Tauro, pronto per la mietitura. Inoltre, in Sicilia, nel comune di Lentini, si sono registrati oltre 20 ettari di grano bruciato. Un chiaro segnale di una strategia di attacco mirata, che non ha fermato il lavoro delle cooperative, ma che ha sicuramente aumentato la tensione nelle aree dove si stanno realizzando economie sane e legali.
Il messaggio di Libera
In risposta a questi atti criminali, Libera Calabria ha espresso il suo sostegno alle cooperative che operano su questi terreni, sottolineando che il continuo susseguirsi di incendi è un chiaro tentativo di intimidazione. «Ogni atto di violenza e distruzione è un tentativo di fermare il nostro lavoro, ma non ci fermeremo», ha dichiarato l'associazione. «Le terre confiscate sono tornate libere e il nostro impegno non verrà mai meno. La verità non si può cancellare con il fuoco», ha proseguito il comunicato.
Libera ha ribadito la sua vicinanza alle cooperative, mettendo in evidenza che questi terreni sono il simbolo di una resistenza quotidiana contro la criminalità organizzata. Questi luoghi, una volta sottratti alle mafie, sono oggi motore di una nuova economia, che punta sulla legalità, sull'inclusione sociale e sullo sviluppo sostenibile.
L'associazione ha inoltre fatto appello alla solidarietà della comunità, invitando i cittadini e le istituzioni a sostenere chi, ogni giorno, lavora per restituire dignità alle terre strappate alla malavita. «La risposta più forte che possiamo dare è essere presenti, accanto a chi combatte per un futuro diverso», ha concluso Libera.
Un impegno che non si ferma
Nonostante gli attacchi intimidatori, il movimento per la restituzione della terra alla collettività e la valorizzazione delle terre confiscate non si ferma. La cooperativa Valle del Marro, così come tante altre in tutta Italia, continua a coltivare i terreni che erano sotto il controllo della criminalità, trasformandoli in esempi di riscatto e speranza. Le fiamme che minacciano queste terre non riusciranno a cancellare il loro valore e l’impegno che ogni giorno viene messo in campo per una società più giusta.
La lotta è lunga, ma il messaggio è chiaro: la legalità è più forte della violenza.