Il servizio 118 in Calabria è afflitto da una grave carenza di medici. Nella provincia di Cosenza mancano 73 medici per coprire i turni delle postazioni più critiche, come Corigliano, Cassano allo Ionio, Praia a Mare e Cariati. Anche nelle province di Catanzaro (43 incarichi vacanti) e Vibo Valentia (9 posti scoperti), la situazione è drammatica, con postazioni demedicalizzate e difficoltà a garantire il primo soccorso. L’area di Reggio Calabria necessita comunque di 20 medici.

Secondo il delegato provinciale Smi per l’Asp di Catanzaro, Saverio Ferrari, la situazione è ormai al collasso: «Sono anni che nessun medico accetta di lavorare nel 118 calabrese. La ragione? Mancano incentivi economici e condizioni lavorative dignitose». Ferrari sottolinea che gli adeguamenti economici sono fermi al 1997, rendendo impossibile attrarre personale qualificato per un incarico tanto gravoso.

Infermieri e autisti: un organico ridotto all'osso

La carenza di personale non riguarda solo i medici. Nella provincia di Catanzaro mancano almeno 25 infermieri, sia nelle postazioni territoriali che nella centrale operativa. Le ambulanze, in molti casi già prive di medico a bordo, potrebbero restare a corto di ulteriori professionisti: gli infermieri, unici rimasti in quella che una volta soleva definirsi equipe.

Anche il personale autista è insufficiente. A Reggio Calabria, 13 autisti del 118 sono in attesa di una chiamata dall'Asp dal luglio del 2024, nonostante la disponibilità di risorse e l’avvio delle procedure concorsuali.

Ambulanze demedicalizzate: un rischio per la salute pubblica

La carenza di personale medico e infermieristico ha portato alla demedicalizzazione di molte ambulanze, che operano come semplici mezzi di trasporto verso i pronto soccorso, aggravandone il sovraffollamento. Questo comporta gravi rischi per i pazienti, soprattutto in caso di emergenze gravi come infarti o ictus, dove la tempestività dell'intervento medico è cruciale.

Incentivi economici e condizioni lavorative: le cause del disinteresse

Uno dei principali motivi della carenza di personale è la mancanza di incentivi economici e condizioni lavorative adeguate. Gli adeguamenti economici sono fermi al 1997, rendendo il lavoro nel 118 poco attrattivo per i giovani medici. Inoltre, l'ultimo Accordo Integrativo Regionale (Air) non ha introdotto alcun incentivo economico e attende ancora il via libera dei tavoli tecnici romani, lasciando la Calabria in una condizione di commissariamento sanitario.

Le conseguenze: ritardi nei soccorsi e sovraccarico dei pronto soccorso

La carenza di personale e la demedicalizzazione delle ambulanze hanno portato a ritardi nei soccorsi e a un sovraccarico dei pronto soccorso. Ad esempio, nella provincia di Catanzaro, molti turni restano scoperti, provocando un afflusso eccessivo nei pronto soccorso conseguenti a interventi del 118 e, di conseguenza, la mancanza di copertura del medico per l’Hospice durante le notti.

Le richieste del personale sanitario: un esposto al Governo

In 40 tra medici, infermieri ed autisti del 118 di Catanzaro hanno presentato un esposto al Governo, chiedendo l'attivazione dei poteri sostitutivi a causa delle manifeste omissioni degli organi territoriali che hanno reso il servizio sanitario inadeguato, carente e inefficiente. La richiesta prende le mosse dal fatto che il servizio è, ormai da molto tempo, assolutamente carente in tutta la provincia.

Un sistema al collasso che necessita di interventi urgenti

Il servizio 118 in Calabria è in una situazione critica, con gravi carenze di personale medico, infermieristico e autista, che compromettono la capacità di risposta alle emergenze sanitarie. È urgente un intervento da parte delle autorità competenti per garantire un servizio efficiente e sicuro su tutto il territorio, attraverso l'assunzione di personale, l'adeguamento degli incentivi economici e il miglioramento delle condizioni lavorative.