Santo Nigro
Santo Nigro

La sera del 18 novembre 1981, il 47enne imprenditore Santo Nigro fu brutalmente assassinato nel suo negozio in via Popilia a Cosenza. Il movente fu chiaro: il suo coraggioso rifiuto di sottostare alle richieste di pizzo del clan Perna-Pranno lo impose come esempio da debellare, un monito per tutta la cittadina e i commercianti locali. Il figlio, presente sul posto, rimase ferito nel tentativo di fuggire dalla scena del crimine.

Collaboratori di giustizia e prime indagini

L’arresto del sicario Aldo Acri, uomo di fiducia dei Pranno nonché protagonista di almeno altri dieci omicidi, segnò una svolta nel caso. Acri, dopo essere diventato collaboratore di giustizia, fu fondamentale per ricostruire la dinamica del delitto: entrò nel negozio travisato, colpì mortalmente Santo Nigro e ferì il figlio. Le indagini confermarono l’esecuzione a scopo intimidatorio.

Processi, condanne e rinvii

Dopo quasi quarant’anni, la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro coordinò le indagini che portarono all’arresto dei principali responsabili. Nel 2021 il tribunale di Catanzaro emise quattro condanne: 30 anni di reclusione per Francesco Cicero, tre anni e quattro mesi per Mario Pranno, e due anni ciascuno per Aldo Acri e Francesco Saverio Vitelli. Nel 2024 la Corte di Cassazione confermò in via definitiva le condanne per tre dei quattro imputati. Per Francesco Cicero, invece, annullò l’aggravante della premeditazione, disponendo un nuovo giudizio.

Un tributo alla memoria e al coraggio

Il figlio Giuseppe Nigro, oggi parte civile, subì da giovane una ferita fisica e una ferita emotiva. L’omicidio del padre segnò irrimediabilmente la sua vita. Oggi rappresenta il coraggio di chi non si piegò al potere mafioso, di chi è disposto a pagare il prezzo della libertà e della dignità. Una storia che parla di resistenza, memoria e giustizia.