In Calabria l’acqua costa cara e manca: record di perdite idriche e razionamenti
La Uil denuncia: “Reti colabrodo, disservizi e famiglie lasciate a secco. Calabria tra le peggiori d’Italia”

L’acqua diventa sempre più “salata” per gli italiani, non solo in bolletta ma anche per l’inefficienza del servizio. A fronte di costi crescenti, milioni di famiglie subiscono disservizi legati a una rete idrica inadeguata. Secondo uno studio della Uil, nel 2023 più di 2,3 milioni di famiglie sono state colpite da problemi come perdite d’acqua e razionamenti, con un impatto particolarmente drammatico nel Mezzogiorno.
Calabria maglia nera: più della metà dell’acqua va persa
Il dato più allarmante arriva dalla Calabria, tra le regioni peggiori per perdite idriche, con reti obsolete che in alcuni casi disperdono oltre il 50% dell’acqua immessa. Il quadro regionale si inserisce in una crisi più ampia: a livello nazionale, la perdita media di acqua è del 45,5%, ma in Calabria e Sicilia si registrano le punte più alte. In un terzo delle città del Sud, nel 2023 l’acqua è stata razionata.
La denuncia della Uil: “Paghiamo un servizio che non funziona”
Il Segretario confederale della Uil, Santo Biondo, attacca: “Non possiamo accettare che milioni di cittadine e cittadini paghino per un servizio che talvolta non ricevono o che presenta oggettive inefficienze. Le responsabilità non sono solo climatiche”. A incidere maggiormente è l’assenza di programmazione e la gestione carente delle amministrazioni locali.
Pnrr, fondi da chiarire e interventi urgenti al Sud
La Uil lancia precise richieste per affrontare quella che definisce una crisi strutturale: trasparenza immediata sull’uso dei fondi del Pnrr destinati all’acqua nel Mezzogiorno; un piano straordinario di supporto tecnico e operativo ai Comuni del Sud; manutenzione urgente delle reti idriche esistenti; obiettivi vincolanti per ridurre le perdite e definizione di un livello minimo essenziale del servizio idrico garantito per legge in tutta Italia
La sete del Sud: una priorità nazionale
La situazione della Calabria e delle altre regioni meridionali rappresenta un campanello d’allarme per tutto il Paese. L’acqua, risorsa vitale, non può essere lasciata alla mercé di inefficienze croniche. Affrontare il problema oggi è l’unico modo per evitare che domani diventi una vera e propria emergenza sociale.