Martone, il borgo calabrese che racconta memoria, natura e comunità
Un piccolo comune nella Locride tra storia antica, paesaggi boscosi e sfide contemporanee

Il Comune di Martone, situato nella Città Metropolitana di Reggio Calabria, è uno dei tanti borghi dell’entroterra ionico calabrese che custodiscono un’identità forte nonostante le dimensioni ridotte e le difficoltà demografiche. Arboreto naturale, villaggio storico e luogo di tradizioni popolari, Martone è un microcosmo che riflette le contraddizioni e le potenzialità delle aree interne meridionali.
Il territorio, l’ambiente e le altitudini
Il comune si estende su una superficie di poco più di 8 chilometri quadrati e sorge attorno ai 290 metri sul livello del mare. I confini comunali sono segnati da due fiumare che scorrono nelle vicinanze: la Gallizzi e la Levadìo. Il paesaggio mostra una morfologia ondulata, con quote che oscillano tra crinali montuosi e pendenze più dolci lungo i corsi d’acqua.
Gran parte del territorio è ricoperta da boschi — castagni, faggi, lecci — che costituiscono una porzione significativa dell’estensione comunale. Nelle valli e nelle aree prossime ai corsi d’acqua si estendono terreni agricoli fertili, dove prevalgono coltivazioni di ulivi, soprattutto della cultivar locale nota come “geracitana” (o “geracese”). Il continuo rapporto tra zone boschive e agricole caratterizza l’equilibrio ambientale e l’identità paesaggistica del borgo.
Radici antiche: origini e vicende storiche
Le tracce storiche di Martone affondano nei secoli, con indizi che lo collegano a comunità monastiche greche e all’epoca bizantina. Alcuni studi ritengono che il villaggio sia stato fondato tra il VII e l’VIII secolo da monaci ortodossi che fuggivano dalle persecuzioni iconoclaste e cercavano rifugio in Calabria. Queste comunità portarono non solo la devozione religiosa, ma anche tecniche agricole, tradizioni e modelli organizzativi che lentamente plasmarono l’economia locale.
Nel corso del Medioevo, Martone visse fasi di associazione con feudi vicini: appartenne al contado di Grotteria e, successivamente, seguì le sorti dei baroni locali. Nel 1783 un devastante terremoto colpì l’area e distrusse gran parte dell’abitato basso; in conseguenza, numerosi edifici furono ricostruiti sulla collina soprastante, facendo mutare in parte l’assetto urbano e sociale del borgo. Anche i terremoti del primo Novecento non risparmiarono il centro abitato, con danni rilevanti che hanno richiesto restauri e ricostruzioni.
Nel corso dei secoli, Martone fu spesso assimilato alle vicende politiche e amministrative dei borghi limitrofi, subendo trasferimenti di giurisdizione e mutamenti nelle proprietà feudali. Le emergenze archeologiche rinvenute nei suoi dintorni — necropoli, iscrizioni bizantine, oratori basiliani — testimoniano un passato stratificato che attende ancora studi più approfonditi.
Il tessuto sociale, demografico ed economico
La popolazione residente è limitata: si aggregano poche centinaia di cittadini. Nel tempo, Martone ha conosciuto un trend demografico in contrazione, dovuto a fenomeni migratori, all’allontanamento dei giovani in cerca di lavoro, e alle sfide proprie delle aree interne. L’economia quotidiana continua a poggiare sul binomio agricoltura-bosco: oliveti, coltivazioni minori, legname e altri prodotti del sottobosco sono le risorse più presenti, seppure su scala ridotta e con una marginalità accentuata.
La vita comunitaria è sorretta dalle tradizioni religiose e folkloristiche: la festa di San Giorgio, patrono del borgo, è un momento che unisce gli abitanti con rituali tramandati, processioni, spettacoli e una manifestazione tradizionale nota come “Albero della Cuccagna” che richiama gesti collettivi, memoria popolare e identità locale. In altre festività e ricorrenze, i vicoli del paese, le piazze e le chiese si animano, rafforzando il senso di appartenenza per chi resta e chi ritorna.
Dal punto di vista infrastrutturale, Martone è collegato a strade provinciali che lo mettono in relazione con i comuni vicini e con arterie maggiori, ma la viabilità interna è condizionata dalla morfologia montuosa. I percorsi spesso sono stretti e tortuosi, e il mantenimento delle vie secondarie è una sfida costante per garantire mobilità, accesso e qualità dei servizi per i residenti.
Monumenti, memoria e luoghi d’interesse
In Martone si conservano resti di architetture antiche che raccontano la vita passata del borgo. La Torre Mazzoni (o Mazzone), situata nella frazione “Solleria/Sujeria”, è un residuo del sistema difensivo nato per avvistamento e comunicazione; un tempo parte di una rete di torri che coprivano la valle circostante, oggi conserva la sua struttura primitiva fatta di pietrame locale.
Sono visibili nel sottosuolo e lungo le campagne scoperte necropoli bizantine, tombe con tegole, epigrafi in greco-bizantino: reperti che parlano di una popolazione che ha coniugato rituali cristiani orientali con forme locali, in un crocevia culturale che ha attraversato il Medioevo e l’età moderna. In località “San Nicola” sono emerse iscrizioni decorate e tombe che restano tuttora oggetto di studio.
Le chiese del borgo delineano un percorso religioso e artistico: la Chiesa Madre dedicata a Santa Maria Assunta domina il centro ricostruita dopo il terremoto del Settecento e restaurata nei decenni successivi. L’interno, articolato su tre navate, custodisce altari e decorazioni che riflettono stili differenti legati ai restauri secolari. La parrocchiale di San Giorgio Martire, dalla lunga storia, è il punto focale della devozione cittadina: la sua architettura, benché plasmata dalle ricostruzioni successive a scosse e calamità naturali, continua ad essere simbolo della comunità.
Infine, sono da segnalare formazioni naturali suggestive come le cosiddette “Pietre du Monaceju”, massi di origine complessa immersi nel bosco, e la Grotta dei Saraceni, in cui sono visibili resti di oratori basiliani: luoghi dove natura e spiritualità si sovrappongono, evocando scenari antichi e suggestivi.
Sfide future e prospettive di rilancio
Per Martone la sfida fondamentale resta quella di invertire il declino demografico, stimolare l’economia locale e valorizzare il patrimonio ambientale, culturale e storico in chiave sostenibile. Restituire vitalità al borgo significa costruire opportunità, puntare su un turismo lento e consapevole, rigenerare servizi essenziali, promuovere progetti di natura partecipativa.
La conservazione e valorizzazione dei luoghi storici, il recupero delle aree boschive con strategie di tutela ambientale, il miglioramento della viabilità e dei collegamenti e l’adozione di politiche che favoriscano il ritorno delle nuove generazioni costituiscono leve principali. Se Martone saprà dialogare con le istituzioni e con le comunità limitrofe, potrà essere un presidio di cultura, memoria e resilienza nel cuore della Locride.