La Calabria, da tempo marginalizzata nel panorama della connettività, sta vivendo una fase di forte trasformazione digitale grazie a investimenti infrastrutturali ambiziosi. Tra i progetti più rilevanti spicca il “Piano Italia 1 Giga” che ha stanziato circa 742 milioni di euro per potenziare la fibra ottica nella regione.

Oggi sono attivi cantieri in quasi 300 comuni, con oltre la metà dei civici previsti già cablati in ultrabroadband. L’obiettivo è portare i collegamenti a 1 gigabit al secondo in abitazioni, aziende e pubbliche amministrazioni, anche in aree fino a ieri considerate “difficili”.

Parallelamente, la Regione ha deciso di stanziare 7 milioni di euro aggiuntivi per estendere la banda ultra larga nelle zone rurali, includendo 187 comuni rimasti finora svantaggiati. Si punta a raggiungere velocità minime di 30–100 Mbps anche dove l’investimento privato non sarebbe stato conveniente.

Colmare il divario digitale: sfide e nodi da sciogliere

Nonostante il progresso, il cammino verso una Calabria pienamente connessa presenta ostacoli non trascurabili. La conformazione geografica, con montagne, vallate e aree difficilmente raggiungibili, rende costose e complesse le opere d’intervento.
Un altro tema è quello dell’“ultimo miglio” — ovvero il tratto finale della rete che arriva fino alle abitazioni o aziende — spesso poco remunerativo per gli operatori. Ecco perché in molte zone serve l’intervento pubblico per colmare il gap dove il mercato non arriva da solo.

Permessi, autorizzazioni comunali, tempi burocratici dilatati e lavori di scavo complicati rappresentano spesso fattori di rallentamento nelle installazioni. Inoltre, costruire la rete è solo una parte dell’equazione: vanno garantiti manutenzione continua, affidabilità e aggiornamento tecnologico.

Un’opportunità per le imprese, i servizi e la coesione territoriale

Un’infrastruttura digitale capillare non è fine a sé stessa: rappresenta lo snodo centrale per lo sviluppo. Le imprese possono operare con maggior efficienza, puntare all’e-commerce, collegarsi con il mondo, lavorare da remoto anche da borghi interni.
Scuole e università potranno beneficiare di connessioni più stabili per la formazione digitale, i laboratori remoti, la collaborazione a distanza. La sanità digitale potrà crescere con telemedicina, referti online, servizi territoriali più accessibili. Le amministrazioni potranno rendere i servizi più vicini al cittadino, riducendo spostamenti e burocrazia.
Infine, una Calabria connessa è una Calabria più attrattiva per giovani, investitori, startup e progetti innovativi. Ridurre il divario digitale significa anche contrastare lo spopolamento e valorizzare il capitale umano locale.

Il rischio dei territori isolati senza rete

Se non si interviene efficacemente, il pericolo è che intere porzioni di territorio restino digitalmente isolate, alla mercé del degrado infrastrutturale. Il divario tecnologico rischia di ampliare ulteriormente le disparità sociali ed economiche, creando sacche di arretratezza che danneggiano le nuove generazioni e le attività locali.
Non basta “portare la fibra”: serve coltivare l’uso quotidiano della connettività, diffondere competenze digitali, stimolare la domanda e accompagnare le comunità a comprendere e sfruttare le nuove opportunità.

Verso una Calabria connessa e protagonista

La Calabria digitale non è un sogno: è una traiettoria già tracciata. Ma va perseguita con determinazione, coordinamento istituzionale, coinvolgimento dei territori e visione strategica.

Se le infrastrutture saranno realizzate capillarmente e accompagnate da formazione, occasioni culturali e azioni di sviluppo locale, la regione potrà davvero trasformarsi. Non solo in termini tecnologici, ma anche in termini di opportunità, occupazione e qualità della vita.

In quest’epoca in cui la banda larga è risorsa fondamentale, la Calabria ha davanti a sé il potenziale per diventare non più periferia digitale, ma laboratorio di innovazione e coesione.