Confiscati beni per 800 mila euro a Catanzaro: colpo alla ’ndrangheta crotonese
Quattro condanne definitive nell’ambito dell’operazione “Profilo Basso”: false fatturazioni, autoriciclaggio e frodi fiscali per favorire le cosche di San Leonardo di Cutro e Roccabernarda

La Direzione investigativa antimafia di Catanzaro ha dato esecuzione a un provvedimento di confisca definitiva di beni per un valore complessivo di circa 800 mila euro. Il provvedimento, emesso dalla Corte d’appello di Catanzaro e divenuto irrevocabile con sentenza della Corte di Cassazione nel febbraio scorso, riguarda quattro soggetti coinvolti nell’operazione "Profilo Basso", condotta dalla Direzione distrettuale antimafia contro le cosche della ’ndrangheta attive nel crotonese.
Quattro condanne definitive per reati fiscali aggravati dall’agevolazione mafiosa
I destinatari del provvedimento sono stati giudicati colpevoli in via definitiva per associazione a delinquere, emissione di fatture per operazioni inesistenti, trasferimento fraudolento di valori e autoriciclaggio, reati tutti aggravati dall’agevolazione mafiosa. La confisca ha riguardato beni mobili, immobili, rapporti bancari e cosiddetti beni rifugio, per un ammontare che riflette i profitti illeciti accumulati nel tempo grazie alle attività criminali accertate in sede processuale.
Un sistema di “cartiere” per evadere imposte e frodare l’Erario
Secondo quanto emerso nel corso del dibattimento, i quattro hanno contribuito a rafforzare gli interessi economici delle locali di ’ndrangheta di San Leonardo di Cutro e Roccabernarda (Crotone), attraverso la creazione di un circuito di imprese fantasma, le cosiddette “cartiere”. Queste società fittizie emettevano false fatture in favore di aziende compiacenti, consentendo loro di evadere imposte sui redditi e sull’IVA, oltre a ottenere rimborsi fiscali indebiti basati su crediti in realtà inesistenti.