Alla scoperta di Sibari: tra le rovine di una città perduta della Magna Grecia
Un viaggio nel Parco archeologico di Sibari, dove si sovrappongono strati di storia millenaria tra Greci, Romani e popoli preistorici

Gli scavi di Sibari raccontano un affresco straordinario del passato – dalle origini enotrie a Sybaris, passando per la fase romana, fino alle soglie del Medioevo. Il parco archeologico e il museo collegato offrono la possibilità di calarsi in un itinerario dove cultura, urbanistica antica e testimonianze materiali si intrecciano in un viaggio nel tempo ancora in divenire.
Origini e stratificazioni storiche
Il sito archeologico di Sibari si trova nella piana ionica calabrese, nei pressi del fiume Crati, in provincia di Cosenza. Fu fondata tra l’VIII e il VII secolo a.C. da coloni greci provenienti dall’Acaia, sopra un territorio abitato in precedenza dagli Enotri, che affondavano le radici delle proprie radici in epoca protostorica, soprattutto nell’Età del Ferro.
Dalla distruzione alla rinascita
L'antica città di Sybaris, celebre nella storia e nel mito, fu distrutta dai Crotoniati intorno al 510 a.C. dopo un lungo assedio, con il fiume Crati deviato per sommergere l’abitato. I superstiti fondarono una nuova città, Thurii, sullo stesso sito nel 444‑443 a.C., progettata da Ippodamo di Mileto. In seguito, durante l’epoca romana, fu istituita la colonia di Copiae (nota anche come Thurii), presenza che si protrasse fino al Medioevo.
Il parco archeologico oggi
Gli scavi, avviati negli anni Trenta e tuttora in corso, hanno portato alla luce una pianta urbana tipicamente ellenistica, con strade ortogonali e aree pubbliche organizzate. Il Parco archeologico si struttura in più settori denominati in base ai vari cantieri: il “Parco del Cavallo”, con resti di un quartiere romano e un teatro-emiciclo; la zona “Casa Bianca”, con una torre circolare del IV secolo a.C.; oltre alle aree note come “Prolungamento Strada” e “Stombi”.
Dalle origini protostoriche ai fasti romani
Nei dintorni furono rinvenuti insediamenti dell’età del Bronzo e del Ferro, come nella necropoli di Castiglione di Paludi, testimoni della civiltà enotria. Dalle campagne scavo emergono reperti della città greca, di Thurii e delle successive testimonianze romane, tra cui pavimenti, ville, terme e decorazioni musive elegantemente conservate.
Un racconto in museo
Il Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide, situato nelle immediate vicinanze del parco, custodisce una ricca collezione di reperti che coprono un arco temporale che va dal periodo protostorico fino all’età romana e medievale. Tra gli oggetti più rappresentativi vi sono mosaici, corredi tombali, elementi architettonici e notevoli testimonianze dei santuari antichi rinvenuti sul territorio.
Patrimonio da tutelare e valorizzare
Il Parco archeologico, pur ricco di elementi straordinari, ha affrontato criticità, tra cui eventi alluvionali che ne hanno compromesso la conservazione. Tuttavia sono in atto progetti di tutela, valorizzazione e coinvolgimento culturale sia a livello regionale che nazionale, anche attraverso sinergie con la Soprintendenza e iniziative sostenute da enti e università.