L'omicidio avvenne a Condofuri Marina
L'omicidio avvenne a Condofuri Marina

Il 25 agosto 1991, nei pressi dell’allevamento di bestiame di Condofuri Marina, in provincia di Reggio Calabria, l’imprenditore agricolo Domenico Mafrici – noto allevatore della zona – fu brutalmente ucciso a colpi di fucile mentre si recava alle sue stalle. Un vero e proprio agguato: alcuni killer attesero il suo arrivo a bordo di un autocarro furgonato, e al suo passaggio spararono numerosi colpi, costringendo la vittima ad accostarsi; ferito mortalmente, Mafrici morì sul colpo. Il corpo fu trovato nei pressi della contrada “Salinella”, mentre il veicolo abbandonato dai sicari fu dato alle fiamme poco dopo. L’agguato segnò un passaggio drammatico nell’intimidazione della criminalità organizzata locale.

Le radici del delitto: racket, estorsioni e intimidazioni mafiose

L’assassinio di Mafrici si inserisce in un contesto di pressione crescente nei confronti della sua attività imprenditoriale. Negli anni precedenti, era infatti già stata colpita dall’attività delle cosche: camion della sua azienda furono incendiati, e nel 1986 un suo fratello fu rapito e liberato dopo il pagamento di un riscatto. Le indagini hanno attestato che l’attività di allevamento – una delle più importanti della provincia – era diventata oggetto della “attenzione” delle famiglie mafiose, che intendevano imporre il controllo del territorio attraverso estorsione, violenza e potere intimidatorio.

Le inchieste e la difficoltà della giustizia

Nonostante la gravità del fatto, trovare i responsabili si rivelò complesso. Le autorità locali avviarono indagini immediate, ma l’omertà, la mancanza di testimoni e la forza della ‘ndrangheta rallentarono la ricostruzione completa dell’accaduto. L’episodio diventò simbolo della vulnerabilità degli imprenditori calabresi di fronte alle mafie, e della difficoltà dello Stato di esercitare controllo e tutela nei territori interni. Ancora oggi, l’omicidio di Mafrici è ricordato come esempio della “giustizia negata” in zone ad alta densità criminale.

Il significato per la Calabria e per la memoria collettiva

La morte di Domenico Mafrici, uomo d’impresa e figura della comunità rurale, rappresenta una ferita aperta nella memoria della Locride. Ucciso non per una faida interna delle cosche, ma nell’ambito di un’imposizione economica e di potere, Mafrici incarna la figura della vittima innocente dell’intimidazione mafiosa che non accettò di piegarsi. Il suo caso evidenzia quanto la legalità, nelle aree più fragili del meridione, sia ancora oggi un valore da difendere attraverso il ricordo, la lotta alle mafie, e la tutela delle vittime.