Ospedale Annunziata di Cosenza
Ospedale Annunziata di Cosenza

Un lungo post pubblicato sui social da una donna cosentina sta suscitando indignazione e discussione sullo stato della sanità locale. La figlia di un’anziana paziente di 84 anni ha raccontato con parole dure quanto accaduto alla madre, arrivata in codice rosso al Pronto soccorso dell’ospedale Annunziata di Cosenza lo scorso 23 settembre per uno scompenso cardiaco. “Ho una rabbia incontenibile – scrive –. Mia madre è rimasta nel Pronto soccorso per dieci giorni prima del trasferimento in Medicina d’urgenza. In condizioni così gravi, sarebbe dovuta entrare immediatamente in Cardiologia”.

Dieci giorni in barella e prelievi falliti


La donna ha pubblicato alcune foto per documentare la situazione, denunciando che alla madre sarebbero stati fatti “decine di tentativi di prelievo senza successo”. “Hanno bucato mia madre ovunque, senza riuscire a prendere il sangue. Tre infermieri incapaci”, si legge nel post. La paziente, allettata da anni e sempre curata con attenzione in casa, sarebbe stata costretta a rimanere per giorni in barella, sviluppando anche piaghe da decubito durante la degenza al pronto soccorso.

Un’accusa diretta alle istituzioni


Nel messaggio, la donna accusa duramente la gestione sanitaria: “Questa è la sanità che ci avete regalato, caro presidente Occhiuto. È uno schifo senza fine. Meglio morire in strada che essere ammazzati da chi dovrebbe curarti”. Critiche vengono rivolte anche al personale infermieristico, accusato di scarsa attenzione e professionalità. Il caso rilancia con forza il tema delle criticità strutturali e organizzative dell’ospedale di Cosenza, più volte segnalate da cittadini, associazioni e operatori.