Salvatore Iaccino, tre mesi di silenzio: la famiglia chiede verità
Il tifoso del Cosenza morto in clinica a Mendicino. Quattro operatori sanitari indagati, ma l’autopsia è ancora senza esiti

Sono passati oltre novanta giorni dalla morte di Salvatore Iaccino, ma le risposte attese dalla sua famiglia non sono ancora arrivate. Il 48enne, noto negli ambienti del tifo cosentino come “Uccello”, è deceduto il 17 febbraio 2025 nella clinica Villa degli Oleandri di Mendicino. Da allora, i familiari attendono con angoscia gli esiti degli accertamenti disposti dalla Procura. I consulenti del pubblico ministero, dottori Berardo Cavalcanti e Vannio Vercillo, non hanno ancora depositato la relazione medico-legale, mentre i legali della famiglia hanno depositato una memoria sollecitando ulteriori acquisizioni e l’accelerazione delle indagini.
Dubbi, graffi e domande senza risposta
“La sera in cui mio figlio è morto, in clinica non c’era nessuno. Non ho mai parlato con un medico, con un responsabile, con nessuno”, ha dichiarato la madre di Salvatore, che da tempo denuncia gravi omissioni nella gestione del caso. La donna ha riferito che, già una settimana prima del decesso, il figlio aveva mostrato graffi sul viso, raccontando di essere stato aggredito. Quel 17 febbraio, aveva incontrato un avvocato nel pomeriggio. Un’ora e mezza dopo, era morto. La famiglia non si dà pace e chiede verità su ciò che è accaduto in quelle ultime ore.
Quattro operatori sotto indagine
L’inchiesta aperta dalla Procura di Cosenza vede indagate quattro persone: due operatori socio-sanitari, un medico e un infermiere, tutti in servizio presso la struttura sanitaria. L’ipotesi di reato è omicidio colposo. È stata eseguita un’autopsia sul corpo di Iaccino, affidata al medico legale Cavalcanti, ma le conclusioni non sono ancora note. Le indagini puntano a chiarire eventuali mancanze nei protocolli di vigilanza e assistenza sanitaria. Ogni dettaglio, ogni minuto, potrebbe essere decisivo per ricostruire con precisione quanto avvenuto.
Richieste urgenti e fiducia nella giustizia
I difensori della famiglia – gli avvocati Caruso, Cristiano, Nicotera e Nucci – hanno chiesto l’acquisizione dei tabulati telefonici della clinica e dei singoli indagati, oltre ai fogli di presenza del personale nei giorni precedenti alla morte. Vogliono sapere chi era in contatto con Salvatore e quali cure gli siano state somministrate. Hanno inoltre sollecitato il deposito della consulenza tecnica e un confronto diretto con il consulente della difesa, il dottor Arcangelo Fonti. “Salvatore merita chiarezza. La sua morte ha toccato l’intera città di Cosenza. Ora servono risposte, non altri silenzi.”