La Faida di Locri: decenni di violenza tra le cosche Cordì e Cataldo
Una guerra silenziosa iniziata negli anni ’60, riaccesa negli anni ’90 e infine, almeno sul piano operativo, conclusasi nel 2010

La Faida di Locri rappresenta una delle pagine più sconvolgenti della storia della ‘ndrangheta calabrese: un conflitto segnato da vendetta, sangue e potere che dalla strage del 1967 attraversò decenni di silenzi e riaccensioni, fino a un cessate il fuoco funzionale negli anni 2010.
Le radici del conflitto: la strage di Piazza Mercato (1967)
Il 23 giugno 1967, a Locri, si consumò la drammatica Strage di Piazza Mercato, con l’uccisione del boss Domenico Cordì insieme a Vincenzo Saracino e Carmelo Siciliano: l’evento scatenò la rottura definitiva tra le cosche Cordì e Cataldo.
La faida si intensifica fino alla tregua del 1975
A seguito degli omicidi degli anni ’60, seguirono numerose ritorsioni fino all’inizio degli anni ’70. Solo dopo la morte di Antonio Macrì nel 1975, entrambe le parti – indebolite – siglarono una fragile tregua.
Riarresto degli scontri: dal 1993
Dopo un lungo periodo di sospensione delle ostilità, nel 1993 la faida riprese, con attacchi e tentativi di omicidio – come quello con bomba contro Giuseppe Cataldo, capoclan dei Cataldo – che riaccesero il conflitto storico.
Conclusione “operativa”: la pace nel 2010
La Divisione Investigativa Antimafia ritiene che nel 2010, oltre quarant’anni dopo la strage di Piazza Mercato, sia stato siglato un accordo di pace tra le fazioni. ontestualmente, l’Operazione Giano, conclusasi a luglio 2010, portò all’arresto di affiliati dei Cordì e al sequestro di beni per circa un milione di euro.