Corigliano, laboratorio analisi ancora chiuso: esplode la protesta
Il consigliere regionale Davide Tavernise denuncia il «depotenziamento silenzioso» dell’ospedale Guido Compagna e chiede chiarezza a Regione e Asp di Cosenza sui tempi e le garanzie di riapertura

A più di un mese dalla sospensione delle attività del Laboratorio analisi dell’Ospedale Guido Compagna di Corigliano, nulla è cambiato. Le rassicurazioni di una riapertura rapida sono rimaste senza seguito e i cittadini continuano a subire disagi. «Abbiamo assistito soltanto a rimpalli di responsabilità e a comunicati che non hanno avuto alcun riscontro nei fatti – denuncia il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Davide Tavernise –. Ieri, ad esempio, solo una decina di persone hanno potuto effettuare i prelievi, mentre tutti gli altri utenti sono stati rimandati indietro. È un’umiliazione per una comunità numerosa già segnata da carenze croniche nella sanità».
Depotenziamento del presidio ospedaliero
Secondo Tavernise, la questione non può essere liquidata come un guasto tecnico o una semplice riorganizzazione temporanea. «Qui è in atto un depotenziamento silenzioso e progressivo del presidio di Corigliano – afferma –. Il trasferimento dei campioni a Rossano allunga i tempi, aumenta i costi e priva i cittadini di un servizio essenziale. Quando un reparto viene svuotato di funzioni, difficilmente torna a pieno regime».
«La Regione dica la verità»
Il consigliere pentastellato chiede chiarezza da parte delle istituzioni: «Se ci sono stati errori organizzativi, qualcuno deve risponderne. I cittadini hanno diritto a sapere quando e con quali garanzie il laboratorio riaprirà. La Regione e l’Asp di Cosenza devono dire la verità: vogliono mantenere in vita questo servizio o hanno deciso, senza ammetterlo, di sacrificarlo?». Tavernise conclude ribadendo la volontà di portare la vicenda in tutte le sedi istituzionali: «Non resteremo in silenzio di fronte a questo smantellamento che sa di chiusura permanente. La sanità pubblica non può permettersi di perdere pezzi, soprattutto in territori già fragili come il nostro».