Luigi Ioculano
Luigi Ioculano

Luigi “Gigi” Ioculano nacque a Seminara nel 1941 e visse gran parte della sua vita a Gioia Tauro, dove esercitò la professione medica con dedizione. Nota era la sua partecipazione attiva nella vita sociale e culturale della comunità: fondò l’associazione culturale Agorà, collaborò con la stampa locale e non esitò a prendere posizione contro il malaffare e le interferenze criminali nella vita pubblica. Denunciò progetti considerati pericolosi per la salute collettiva e si schierò con scelte politiche autonome, rifiutando pressioni provenienti da ambienti vicini alla ‘ndrangheta.

L’agguato del 25 settembre 1998

La mattina del 25 settembre 1998, Ioculano fu assassinato con quattro colpi di pistola — due al petto, due alla testa — pochi passi dal suo studio, mentre saliva le scale di casa. Si era fermato per un attimo a portare una busta di fagiolini, un dono ricevuto da un paziente, quando il killer era già lì ad attenderlo. La violenza dell’agguato e il luogo pubblico prescelto gettarono immediatamente un’ombra di gravità sul contesto criminale locale.

Secondo fonti investigative, dietro l’omicidio ci sarebbero interessi mafiosi legati alle commesse, ai piani regolatori e a progetti controversi come il termovalorizzatore. Alcuni accusarono la cosca Piromalli come mandante ideale, ipotesi che fu oggetto di processi e dibattiti giudiziari.

Processi: condanne, assoluzioni e assenza di verità definitiva

Nel 2007, la Corte d’Assise di Palmi ha condannato Giuseppe Piromalli e Rocco Pasqualone all’ergastolo per l’omicidio di Ioculano. Tuttavia, in appello nel 2009, entrambi furono assolti per insufficienza di prove. La sentenza fu confermata dalla Corte di Cassazione, che respinse il ricorso della Procura. Le accuse rivolte a Domenico Molè e Consolato Caccamo furono archiviate o assolte, lasciando il delitto avvolto dal mistero. Nessuno ha mai scontato realmente una pena definitiva per quel delitto.

Eredità, memoria e richieste di verità

Ancora oggi, l’omicidio di Ioculano rappresenta una ferita aperta per Gioia Tauro e per chi lotta contro le mafie. La sua figura è ricordata come quella di un medico che non accettò di piegarsi al potere mafioso. Nel 2008 fu celebrata una fiaccolata a dieci anni dalla morte, e nel 2023 gli è stato intitolato un parco verde antistante la scuola dell’infanzia San Filippo Neri nella sua città.

I familiari — in particolare la figlia Ilaria — e le associazioni antimafia continuano a chiedere verità e giustizia, denunciando come l’assenza di responsabilità giudiziarie complete generi sfiducia nelle istituzioni. Il caso Ioculano è simbolo di una Calabria in lotta per non dimenticare.