Il lupo della Sila
Il lupo della Sila

Lupi appenninici (Canis lupus italicus) popolano ancora oggi la Sila, una delle aree montane più vaste d’Italia che si estende sulle province di Cosenza, Catanzaro e Crotone. Frequenti nei boschi fitti e nei radure incontaminate dell’Altopiano Silano, questi predatori rappresentano il vertice della catena ecologica dell’intera regione.

Ritrovare la presenza perduta

Tra gli anni ’70 e ’80, la specie fu decimata fino a rimanere confinata in aree isolate dell’Appennino. Grazie a forme di tutela giuridica, al rafforzamento delle prede naturali e a iniziative di sensibilizzazione, il lupo italiano ha progressivamente recuperato territori, densità di popolazione e numeri.

Natura in equilibrio e conservazione attiva

Oggi nei territori della Sila vivono almeno tre branchi consolidati, ciascuno formato da piccoli gruppi familiari. Le strategie di conservazione come il progetto Wolfnet, coordinato dal Parco Nazionale della Sila insieme a Legambiente, coinvolgono monitoraggio e azioni concrete per ridurre conflitti tra animali selvatici e attività umane.

Vita sociale e ruolo ecologico

Il lupo appenninico vive in branchi organizzati gerarchicamente intorno a una coppia dominante e preda principalmente mammiferi selvatici come cinghiali, cervi e caprioli. Il suo ritorno ha valore anche simbolico: è l’icona di una natura resiliente e di una Calabria che riscopre il proprio patrimonio naturale.

Tra minacce e tutela

Nonostante il recupero, il lupo affronta ancora sfide importanti: il bracconaggio, la frammentazione degli habitat, il rischio di ibridazione con cani randagi e incidenti stradali. La sua protezione è sancita dal Parco Nazionale della Sila, riconosciuto anche come Riserva della Biosfera Unesco, e la gestione continua con strategie che integrano conservazione, educazione e alleanza tra istituzioni e comunità locali .