Con l’appuntamento ad Aiello Calabro si è conclusa la quinta edizione di Fuori Campo, il progetto itinerante ideato da Rete Cinema Calabria e dedicato alla valorizzazione del cinema italiano d’autore e delle dimore storiche regionali. Tema di quest’anno, “Il Cinema come Dimora”, ha inteso esplorare il legame profondo fra gli spazi filmici e la narrazione cinematografica, offrendo un percorso di riscoperta delle principali Dimore Storiche della Calabria riconosciute dal Ministero nei percorsi nazionali del patrimonio italiano.
Un itinerario iniziato il 7 novembre a Cosenza, a Palazzo Grisolia, proseguito il 22 novembre ad Acconia di Curinga, nella splendida Villa Cefaly Pandolphi, e conclusosi il 30 novembre ad Aiello Calabro, presso il suggestivo Palazzo Cybo Malaspina. Qui, la giornata finale si è aperta con una visita guidata del borgo condotta dal giornalista Bruno Pino, seguita dall’accoglienza della vice sindaca Olga Terranova e di Anna Tasselli, rappresentante della famiglia proprietaria della dimora, che hanno sottolineato il valore culturale e sociale di questi luoghi come depositi di memoria collettiva.

Tra architettura, arte e riflessioni cinematografiche

Durante l’incontro è stato proiettato in anteprima il video-racconto “Le Stanze del tempo” di Francesco Cristiano, un cortometraggio che intreccia ricerca, testimonianze e immagini per restituire il ritratto di un borgo che vive sospeso tra passato e presente. L’opera ha rappresentato una sintesi poetica della filosofia del progetto: dare voce ai luoghi e alle persone che custodiscono la memoria viva del territorio.
A seguire, l’intervento della storica dell’arte Giuseppina De Marco, docente all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, ha offerto un originale parallelismo tra architettura e cinema, con la relazione “Trame diegetiche tra Architettura e Cinema”, in cui ha messo in luce la bellezza e la genialità che accomunano due linguaggi artistici differenti ma complementari.
Con la stessa intensità, Carlo Fanelli, docente di Discipline dello Spettacolo all’Università della Calabria, ha presentato il volume “Pasolini e la Calabria”, raccogliendo episodi, riflessioni e testimonianze sul rapporto del poeta con la regione: dalla sua partecipazione al Premio Crotone negli anni ’50 alle descrizioni del territorio nel reportage “La lunga strada di sabbia”, fino ai ricordi legati alle riprese de “Il Vangelo secondo Matteo”.

Cinema al femminile e nuove narrazioni calabresi

La tappa conclusiva ha ospitato anche la giornalista Paola Abenavoli e l’attrice Agnese Ricchi, interprete e produttrice del documentario “Kalavrìa” (2024), diretto da Cristina Mantis, vincitore del Vesuvio Award – Nuovo Cinema Italia al Napoli Film Festival. Girato interamente in Calabria, il film racconta un viaggio tra mito e realtà, attraverso lo sguardo di un moderno Ulisse – interpretato da Ivan Franek – che riscopre una terra sospesa tra leggenda e quotidianità.
La regista, intervenuta in collegamento video dall’estero, ha spiegato di aver voluto rappresentare “l’altra Calabria, quella del mito, della storia e delle radici profonde”, ispirandosi agli studi di Armin Wolf sul legame tra Ulisse e il territorio calabrese.
La sala, gremita e partecipe, ha seguito con attenzione l’intero evento moderato da Ernesto Orrico, con il supporto tecnico di Antonio Giocondo e Antonio Cuda, e la presenza di Ivana Russo, presidente di Rete Cinema Calabria.
Nel suo intervento finale, Russo ha espresso gratitudine verso i proprietari delle dimore storiche e lo staff, sottolineando come “ogni tappa abbia permesso di scoprire luoghi straordinari e rafforzare il legame con la nostra regione”.
Sostenuta dalla Calabria Film Commission, dalla Fondazione Carical e da BCC Mediocrati, la rassegna “Fuori Campo 5” si conferma così un appuntamento di rilievo per il cinema d’autore e per la promozione del patrimonio culturale e paesaggistico della Calabria.