Biondo Tardivo di Trebisacce
Biondo Tardivo di Trebisacce

Tra le colline soleggiate dell’Alto Ionio Cosentino, dove il mare incontra le terre rosse della provincia di Cosenza, cresce un’arancia diversa da tutte le altre, parliamo de il Biondo Tardivo di Trebisacce. Si tratta di una varietà pregiata di arancia bionda che ha la particolarità di maturare tra aprile e giugno, in un periodo in cui gli agrumi sembrano ormai fuori stagione e hanno già lasciato spazio ad altri frutti. E proprio in questa tardività risiede la sua unicità.

Il frutto è di medie dimensioni, ha una forma tendenzialmente ovale e presenta una buccia liscia e sottile di colore arancio chiaro. La polpa è succosa, senza semi, e caratterizzata da un sapore equilibrato che unisce dolcezza e una leggera punta di acidità. Le particolari condizioni pedoclimatiche della zona,  clima mite, escursioni termiche moderate, terreni sabbiosi e ben drenati, consentono una maturazione lenta e naturale, che rende quest’arancia particolarmente ricca di zuccheri e aromi.

Il Biondo Tardivo non ha bisogno di conservazione in celle frigorifere o trattamenti post-raccolta, matura sull’albero, come vuole la tradizione. È per questo che viene considerata un frutto autentico, genuino, lontano dalle logiche industriali di molte produzioni agricole contemporanee.

Un’identità agricola e culturale

Il Biondo Tardivo non è solo un prodotto agricolo ma è parte integrante dell’identità di Trebisacce e del suo territorio. La coltivazione di questa varietà ha radici profonde, tramandate di generazione in generazione, e rappresenta uno dei simboli della cultura contadina locale. Non a caso, ogni anno, nel mese di maggio, la cittadina ionica celebra il frutto con una festa dedicata: la "Festa del Biondo Tardivo", un appuntamento che unisce degustazioni, mostre mercato, visite nei frutteti e laboratori didattici per bambini.

L’arancia bionda tardiva di Trebisacce è oggi riconosciuta come Prodotto Agroalimentare Tradizionale (PAT) ed è entrata recentemente nel circuito dei Presìdi Slow Food. Questo riconoscimento ha permesso di accendere i riflettori su una produzione di nicchia che rischiava di scomparire, schiacciata da logiche di mercato poco favorevoli ai piccoli produttori. Attualmente, sono solo una manciata gli agricoltori locali che continuano a coltivarla su superfici limitate, spesso in modo semi-artigianale.

A testimoniare il valore sociale del frutto, sono le numerose iniziative scolastiche e culturali che negli ultimi anni hanno coinvolto anche le nuove generazioni. Un modo per restituire dignità al lavoro agricolo e tramandare una tradizione che rischia di essere dimenticata.

Tra sfide economiche e opportunità future

Nonostante le sue qualità organolettiche e il valore culturale, il Biondo Tardivo di Trebisacce si scontra oggi con difficoltà strutturali e logistiche. I piccoli produttori affrontano la concorrenza spietata degli agrumi esteri, spesso più economici perché provenienti da filiere industrializzate. Inoltre, la limitata estensione delle coltivazioni e l’assenza di meccanizzazione rendono costosa la raccolta, che viene ancora effettuata a mano, secondo metodi tradizionali.

La distribuzione commerciale è un altro nodo critico perchè il frutto raramente arriva nei grandi supermercati ed è venduto soprattutto in mercati locali o attraverso reti di consumo consapevole. Tuttavia, proprio questo elemento potrebbe trasformarsi in punto di forza. L’aumento della domanda di prodotti stagionali, locali e sostenibili, unito a una crescente attenzione per la biodiversità, offre al Biondo Tardivo nuove prospettive di rilancio.

L’adozione di strategie di marketing mirate, il sostegno delle istituzioni locali e la promozione in fiere enogastronomiche nazionali potrebbero far conoscere questo prodotto a un pubblico più vasto, valorizzandone le caratteristiche uniche. Anche il turismo esperienziale, legato alla visita dei frutteti e alla partecipazione alle attività agricole, rappresenta una strada percorribile per dare nuova vita a questo frutto.

Il Biondo Tardivo di Trebisacce è molto più di un’arancia, si tratta di un simbolo di un’agricoltura resistente, di un territorio che non si arrende e di una comunità che crede ancora nel valore delle proprie radici.