Le prospettive economiche internazionali restano molto incerte, condizionate dall'acuirsi delle tensioni geo-politiche e dalle condizioni finanziarie sfavorevoli per famiglie e imprese.

 

Nel terzo trimestre il Pil italiano è stato stabile rispetto al secondo, registrando un risultato migliore della Germania ma peggiore rispetto a quello di Francia e Spagna.

 

L'Istat sottolinea che le principali economie hanno continuato a mostrare un dinamismo differenziato: a fronte di una forte accelerazione del Pil in Cina e negli Stati Uniti, la crescita in Europa è rimasta stagnante.

 

Nell'area euro, nel terzo trimestre, il Pil ha mostrato una marginale flessione congiunturale (-0,1% dopo il +0,2% dei tre mesi precedenti). E le prospettive per l'area continuano a essere poco favorevoli.

In Italia, nel terzo trimestre, il Pil è rimasto, in base alla stima preliminare, invariato rispetto ai tre mesi precedenti, registrando un risultato migliore della media dell'area euro e della Germania (entrambi -0,1%) ma peggiore rispetto a quello di Francia e Spagna (+0,1% e +0,3%).

 

La domanda interna ha fornito un apporto negativo mentre la componente estera netta ha contribuito positivamente.

 

Dal lato dell'offerta, l'indice destagionalizzato della produzione del settore manifatturiero a settembre è rimasto invariato dopo il lieve incremento di agosto.

Nella media del terzo trimestre, la produzione ha registrato un aumento dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti.

 

Il mercato del lavoro continua a mostrare una buona tenuta nonostante la debolezza congiunturale.

 

A settembre, sono aumentati rispetto ad agosto gli occupati e i disoccupati men-tre gli inattivi sono diminuiti.

 

L'inflazione si è collocata ad ottobre al di sotto del 2%, ovvero un punto inferiore alla media dell'area euro per effetto della più forte discesa dei listini dei beni energetici in Italia.

 

A fronte di un quadro debole ma stabile, la fiducia dei consumatori continua a calare per il quarto mese consecutivo, raggiungendo il valore più basso da gennaio, con un generale peggioramento di tutte le componenti dell'indicatore ad eccezione delle aspettative sulla disoccupazione e dei giudizi sulla situazione economica familiare.

 

Anche l'indice del clima di fiducia delle imprese ha evidenziato un calo in tutti i settori economici ad eccezione di quello delle costruzioni.




La variazione acquisita della crescita del Pil per il 2023 è pari a 0,7%.

A ottobre, la fiducia di famiglie e imprese ha continuato a calare, suggerendo che l'economia italiana potrebbe rallentare nei prossimi mesi. Lo scrive l'Istat nella nota mensile sull'economia.

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