San Nicola dell’Alto tra radici arbëreshe, olio Dop e panorami mozzafiato
Alla scoperta del piccolo borgo italo-albanese della provincia di Crotone
San Nicola dell’Alto è un Comune della provincia di Crotone, adagiato a circa 579 metri sul livello del mare fra i rilievi del monte Pizzuta e del monte San Michele. Fondato nel XV secolo da profughi albanesi, conserva ancora oggi la lingua e parte dei costumi della comunità arbëreshe, pur avendo adottato il rito religioso latino. Il nome stesso, Shën Kolli in lingua albanese, testimonia le radici etniche della comunità.
Territorio, panorami e coltivazioni d’eccellenza
Il piccolo centro, il meno esteso della provincia, si affaccia su uno scenario che spazia dal mar Ionio alle colline dell’entroterra crotonese, regalando vedute che uniscono mare e montagna. L’economia locale si basa principalmente sull’agricoltura: ulivi secolari, vigneti, cereali e agrumi occupano spazi generosi e rappresentano non soltanto fonte di reddito ma anche veicolo di identità culturale. Il borgo aderisce al sistema della produzione dell’olio extravergine di oliva Dop e appartiene all’Associazione nazionale Città dell’Olio, segno di un forte impegno nella qualità del paesaggio e del prodotto.
Arte, architettura e cultura contadina
Il centro storico di San Nicola dell’Alto conserva elementi architettonici che evocano la sovrapposizione di epoche: vicoli stretti, archi rampanti, volte a botte, la Chiesa Matrice dedicata a San Nicola di Mira con navata tripla e campanile, la chiesa di San Domenico di Guzmán e il Santuario di San Michele Arcangelo sul monte omonimo. A completare il quadro culturale c’è il Museo della Civiltà Contadina, un luogo che conserva utensili, tessuti tradizionali, abiti d’epoca e testimonianze della vita rurale arbëreshe, raccontando storia e memoria in modo tangibile.
Turismo, esperienza e sfide future
Il borgo invita a una visita non solo per le sue bellezze paesaggistiche ma anche per una fruizione lenta e immersiva: dalla produzione dell’olio Dop alle passeggiate panoramiche, dalle tradizioni artigiane dei ricami al gusto dei dolci tipici come taralli, pittechiuse e crespelle. Tuttavia, come molte realtà dell’entroterra calabrese, San Nicola dell’Alto affronta sfide importanti: l’emigrazione giovanile, la necessità di servizi efficienti e infrastrutture adeguate, la valorizzazione sostenibile del patrimonio agricolo e culturale.
La sfida è quella di rendere questo piccolo borgo non solo una meta da visitare, ma un luogo in cui vivere, lavorare e tramandare tradizioni in modo dinamico.