Filippo con sua madre
Filippo con sua madre

Una lettera intensa e carica di dolore, ma anche di coraggio e determinazione. Così Angela Giaquinta, madre di Filippo Verterame, il giovane di 22 anni ucciso durante una rissa a Isola Capo Rizzuto, ha voluto rivolgersi ai cittadini, alle associazioni e alle istituzioni. La donna ha iniziato il suo messaggio ringraziando quanti, in questi giorni, le hanno mostrato vicinanza e rispetto: «Grazie. Questa parola è stata la mia più grande compagnia. Grazie per aver rispettato il nostro dolore e per esserci stati silenziosamente accanto».

Un dolore che chiede giustizia

Dopo il ringraziamento, però, la madre del giovane chiede che il silenzio lasci spazio all’impegno. «Vi invito – scrive – a non permettere che questa tragedia atroce venga relegata a un conflitto tra due famiglie. Tutti sappiamo che non è così. Da decenni subiamo soprusi e minacce da chi, da quattro generazioni, si arroga il diritto di possedere la nostra spiaggia e il nostro mare». Parole dure che trasformano il dolore privato in denuncia pubblica, puntando il dito contro logiche criminali radicate sul territorio.

L’appello al coraggio collettivo

Angela Giaquinta chiede che la comunità non si arrenda alla rassegnazione: «È il momento di trasformare dolore e rabbia in azione, nelle sedi giuste e con le modalità appropriate. Denunciamo, affinché la perdita di mio figlio e i sogni di chi lotta per un futuro dignitoso non rimangano impuniti».

Legalità e memoria per Filippo

Il suo appello si fa infine accorato invito all’unità: «Vi chiedo ancora una volta di essere al mio fianco, cittadini, associazioni e istituzioni. Solo quando il tratto di mare che mio figlio e gli altri membri dell’associazione Asylos avevano scelto come luogo di speranza sarà restituito al rispetto della legalità, e quando l’assassino di Filippo avrà la massima pena, allora – conclude – potrò spegnere la testa e lasciare lacrimare il cuore».